Ieri sera è accaduto un fatto inquietante.
Presagio della "notte delle streghe".
Abbiamo trovato, in casa, una rana.
Ragni, rospi, pipistrelli, gatti neri, lucertole e serpenti... Non sono tutti questi animali magici?
Da noi è entrato questo rospetto che non si capisce davvero da dove arrivi perché, si, è vero che qui sta piovendo a dirotto da due giorni, ma è anche vero che non so di stagni nei dintorni...
Credo che il rospetto abbia fatto un po' di strada e alla ricerca di un luogo caldo si sia imbattuto nelle scale di casa mia.
In qualche modo l'abbiamo buttato fuori di casa e il quadretto era decisamente comico con io che mi rifugiavo in alto raccontando di qualche scena di cartone animato in cui un bambino spaventava una bambina con una e rana, e mio marito, con i guanti, intento ad acchiapparlo.
Comunque sia, se di qui è passata qualche strega o qualche mago, va bene. Abbiamo bisogno di una magia molto forte visto che abbiamo un grande desiderio da realizzare...
Oggi per me è un giorno speciale, direi davvero magico.
Ogni anno, il 30 ottobre, anche io compio la mia magia.
Preparo l'impasto per gli arancini.
Da molti anni, credo almeno 15, trascorro la notte di Halloween cucinando circa 4 kg di riso per preparare gli arancini il giorno successivo.
Gli arancini sono deliziose palline di riso con dentro un ripieno. Il riso, nella ricetta che una mia vecchia vicina di casa palermitana d.o.c. mi aveva passato (e che rivelerò solo nel mio testamento a qualche persona veramente speciale della mia futura famiglia) deve essere cucinato la sera prima. E così anche il ragù che uso come ripieno da inserire giusto al centro dell'arancino.
Per preparare il ripieno mi sbizzarrisco davvero, in alcuni metto il classico ragù, in altri un sugo vegetariano con piselli, carote, pomodori e mozzarella, in altri ancora un ripieno di spinaci e ricotta, oppure la provola con il prosciutto o, da quest'anno, la mortadella tagliata a tocchetti.
Ogni anno cerco di inventare qualche condimento nuovo per rendere sempre più gustusa e divertente questa ricetta.
Preparo sempre gli arancini con moltissima concentrazione in quanto regalerò ad amici e parenti il frutto di tale lavoro intriso, soprattutto, di pensieri positivi.
Il motto di tutto questo lavoro è: ogni arancino è un pensierino.
Pensandoci, sono davvero un cibo di buon auspicio, con tanti semini e, all'interno, un cuore gustuso.
Mentre preparo il riso nella grande pentola che uso proprio solo per l'occasione, e mestolo, giro, condisco, aggiungo e tolgo ingredienti, penso davvero, con tutta me stessa, alle persone che amo. Alle persone a cui vorrei donare un po' di amore e spero che un po' di energia positiva possa loro giovare.
L'anno scorso avevo pensato solo a mio figlio.
Preparando il riso, con la massima concentrazione, pensavo a quel bimbo da qualche parte, magari nella pancia della sua mamma naturale, oppure già nato e in qualche famiglia che non sa o non può amarlo, oppure in un istituto.
Pensavo che avrei voluto che anche lui mangiasse questi bocconi di amore.
C'è da sbattere la testa contro il muro se ci si sofferma su questo pensiero.
Quest'anno vorrei preparare di nuovo gli arancini con il pensiero ai miei amici e parenti ma non ce la faccio. Ciò che riesco a fare è pensare alle storie che ho ascoltato e letto quest'anno, storie di bambini adottati e di genitori in ricerca che lottano con tutte le loro forze per raggiungere ciò che desiderano.
Come questa storia: http://simoandre.blogspot.com/2010/10/la-nostra-storia-1-parte.html
che è piena di caparbietà e orgoglio e dolore e tanto, tanto amore.
Quest'anno, durante la mia magia, penserò ai tanti genitori e bimbi che devono ancora unirsi.
E penserò anche a mio figlio, perché io ci sono, qui che lo cerco ogni istante, ogni battito di cuore, ogni sbattito di ciglia.
Lo troverò. Mi costasse tutto ciò che ho e che sono, lo troverò e lo riempirò dell'infinito amore che deve ricevere un figlio.
E un giorno, preparerò gli arancini per lui, ma lui sarà lì vicino a me.