Orbene, qui bisogna darsi una mossa.
Una svegliata, un bel calcio nel sedere se serve.
L'importante, è fare qualcosa.
Fare qualcosa contro questa depressione che mi assale.
I sintomi sono questi:
Io sono in uno stato di normalità, ovvero, ad esempio, sono in mezzo ai colleghi che faccio la pausa caffè.
Il momento è sereno, si chiacchiera del più e del meno e pure io dico la mia.
Poi ad un certo punto due colleghe iniziano a parlare dei loro figli, e io ho un bimbo di 16 mesi, e io ne ho uno di 13 anni, e il mio fa così e il mio fa cosà.
E io, che di solito mi coinvolgo parlando dei miei nipoti o di cose che so che ho letto negli innumerevoli libri sulla genitorialità o sui bambini che io ho letto mentre loro facevano le mamme, dicevo, io, improvvisamente, inizio a piangere.
Così, senza apparente motivo.
Visto che è talmente improbabile questo evento che i colleghi non ci possono credere, io faccio finta di niente e ricaccio indietro le lacrime e magari dico pure una battuta e così pensano che siano le lenti a contatto o che ne so.
Ecco, mi capita così.
Oppure mi capita che sto andando in una riunione importante e tutti parlano di ciò che si dirà o si farà e magari il mio sarà un intervento importante per dire, chessò, uno stato dell'arte di una certa situazione, e io, mentre vado alla riunione in mezzo a tutto questo parlare, mi metto a piangere.
E anche qui nessuno se ne accorge e io magari dico qualcosa che c'entra con la riunione ma non con il mio stato d'animo e tristissima, vado verso la riunione per essere, per fortuna, coinvolta in tutto il bataclan.
Oppure capita che io mi svegli piangendo pensando a sto fatto che non sono a casa in maternità, oppure che vado a fare la spesa e mi fermo in mezzo al supermercato dove vendono pappe per bimbi...
Capita così, all'improvviso.
Un moto che non conoscevo e che mi assale.
Poi tutto ritorna normale, io riprendo come sempre, ne parlo poco, solo qui nel mio blog, neanche con gli amici, evito proprio l'argomento (non che fosse poi così amato da chicchessia mi è sempre parso).
Solo che adesso questo dolore da mancanza di bambino che ho dentro esce all'improvviso, esce quando meno me lo aspetto.
Quindi mi devo dare una mossa.
Non so bene cosa perché più impegnata di così non riesco... studio e lavoro e poi adesso i miei genitori stanno diventando anziani e davvero richiedono tantissimo tempo fra diabete, cadute, operazioni, medicine, visite mediche...
Quasi ogni mese devo chiedere almeno un giorno di permesso per loro, per portarli da qualche dottore.
E poi mio marito con i suoi impegni che mi coinvolgono, e la casa, e i miei animali...
Insomma, io arrivo spesso alla sera esausta da tante cose ho fatto. Ma posso fare qualsiasi cosa, qualsiasi cosa, e io sempre sento la mancanza di un bimbo.
Devo darmi una mossa.
Devo trovare un modo per non soffrire questa malinconia perchè io non ho voglia di essere triste! Ma davvero!
A me piace ridere, non mi piace piangere all'improvviso!
Eppure non ce la faccio...
Mi appiattisco dentro all'ufficio al lavoro grigio, mi appiattisco in questa attesa fatta di impotenza, di incompetenza, di menefreghismo.
Mi appiattisco e invece io vorrei essere come quei libri che quando giri pagina si alzano le immagini.
Devo darmi una mossa! Al momento, a mio favore, ce la volontà di tirarmi un po' su. Adesso devo trovare anche qualcos'altro.