laurea

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lunedì 26 marzo 2012

alla ricerca di un prato di margherite

Come ogni tanto accade mi sono presa un giorno di ferie. 
Sono a casa con questo bel sole ma non lo sto vedendo più di tanto perché con il poco tempo che riesco a passare a casa, alla fine ho sempre mille cose da fare dentro casa...

Una vita di corsa. Ieri ho pulito degli spinaci che avevo comprato al volo al mercato. Di solito me li da mio papà che li coltiva nell'orto ma quest'anno ha saltato il giro di semina autunnale e quindi non abbiamo potuto godere dei suoi fragranti spinaci primaverili. Così li ho comprati da un ragazzo che produce e vende direttamente qui in zona, erano di due giorni prima e mi ha venduto un'intera cassa a 1 euro. 1 euro tondo tondo, anche perché certamente nel fine settimana sarebbero andati a male.
Quindi ho pulito i miei spinaci e li ho fatti bollire ricavandone ben 3 sacchetti che ho messo in freezer.
Pulire gli spinaci richiede un po' di tempo in cui si fa solo quello, e ho pensato che è bello ogni tanto essere mammafragola, che anche lei di cose ne ha tante da fare, ma ogni tanto si regala qualche momento di pace. E certamente non è, come me, sempre chiusa in quel ufficio.

Il lavoro è importante, davvero importante, ma lavorare troppo è giusto?
Noi abbiamo superato la fase dura, i mesi sono passati e ora tutto è tornato alla normalità, riesco ad uscire dal lavoro ad un orario decente ma ciò non toglie che alla fine sia sempre lì dentro lo stesso a vivere il teatrino umano che mi si presenta ogni giorni.
Ci sono molte persone che svolgono lavori in piccole aziende, con pochi colleghi, o in modo indipendente, io lavoro in un'azienda medio grande, più di 2000 dipendenti, e così assisto e spesso partecipo al teatrino umano che ogni giorno si svolge. Questo fa si che spesso sia avvezza a capire certi meccanismi umani, trovo ci siano persone che hanno meno a che fare in modo approfondito con la gente e che non sappiano comportarsi, non capiscano le dinamiche.
Noi siamo come un grande branco in cui ogni tanto qualcuno vuole emergere, ogni tanto qualcuno cade, ogni tanto qualcuno tradisce, ogni tanto qualcuno emoziona.
Ci vuole tempo per studiare questi meccanismi.

Io non patisco la gente, non patisco i colleghi e non patisco il lavoro (che effettivamente mi piace perché finisce sempre per appassionarmi e coinvolgermi), patisco il luogo chiuso e patisco il pochissimo tempo fuori da esso.
C'è poco da fare, se si lavora come impiegati si lavora tutto il giorno... Basta un niente per uscire dal lavoro alle 18.00 e a quel punto resta solo il tempo di correre.

Ora, poi, sto studiando molto.
L'esame sarà il 22 maggio e non c'è tempo per niente, solo lo studio.
Il programma è serrato, sono 5 i libri di critica che devo studiare più tutta la base sull'arte contemporanea che devo sapere benissimo e poi  5 libri da leggere.
Devo ricordare nomi che trovo difficilissimi come Maurice De Vlamick o Max Pechstein, io fatico a scriverli, fatico a memorizzarli... però poi, quando li ricordo, quando vedo una loro opera e la riconosco, capisco che tutto è servito e che è quello che volevo.

In questi giorni stiamo iniziando a preparare i documenti per la Cina. Che cambieremo paese non è assolutamente detto, è tutto molto incerto perché il Vietnam continua con questi suoi alti e bassi, però noi abbiamo deciso di iniziare a prepararli così almeno, dovessero servire, li abbiamo.
Non si può andare avanti così in eterno...
Il nostro ente non fa nessuna pressione in merito ma siamo una coppia che attende da tanti anni, ora sono due anni e mezzo dal mandato,  e capisce il nostro stato e le nostre difficoltà. 

Questa volta è tutto più tranquillo, non abbiamo nessuna fretta e quindi li prepariamo un po' per volta, piano piano. Un giorno chiediamo la dichiarazione del datore del lavoro, un giorno prendiamo appuntamento per ritirare la copia del decreto e della relazione in tribunale, un giorno andiamo dal dottore per capire se e come ci compilerà un modulo che prevede il governo cinese con una specie di anamnesi della nostra salute.
Tutta un'altra cosa rispetto ai documenti per il Vietnam ma questi, bisogna dire la verità, non sappiamo neanche se dovremo mai consegnarli...

Facciamo dei passi per non fare niente. E' anche un modo per sentire che non stiamo mollando. E non stiamo mollando, stiamo aspettando.
Aspettando nostra figlia. Aspettando nostro figlio.

Come la mia Bella che ha atteso 4 anni in canile, ed ora, eccola qui. In mezzo alle margherite.

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