Sono giorni che desidero scrivere qui in questo mio blog/casa/rifugio ma mia figlia necessita di tempo, del mio tempo.
In questi giorni abbiamo rivisto alcune immagini del giorno dell'incontro o dei primi giorni in Vietnam e nostra figlia, in Istituto, era come paralizzata, bloccata, ovattata.
Si muoveva lentamente e nel nulla che la circondava (perché non c'erano giocattoli in quelle stanze), era come cristallizzata.
Non mi stupisco, quindi, che sapesse mangiare con le posate o mettersi le ciabattine o soffiarsi il naso... erano le uniche cose che poteva imparare perché io non ho visto puzzle o pupazzi o giochi di alcun tipo tranne un pallone (e infatti sapeva tirare con il pallone).
Ho però potuto constatare che i bambini imparano in fretta, molto in fretta. In alcuni momenti, in questi sei mesi, mi è davvero sembrata avida di sapere, da quando chiedeva insistentemente perché le descrivessimo a voce l'azione che stavamo compiendo (sto cucinando con la pentola, stai disegnando con il pennarello rosso, beviamo il latte con i biscotti, ecc)a quando ritornava sugli stessi giochi, in silenzio e da sola, fino a che non riusciva ad incastrare i Lego uno sull'altro o comporre qualche piccolo puzzle.
Un processo di recupero un po' pilotato (perchè abbiamo cercato di prenderle dei giochi un po' stimolanti) e per lo più autonomo.
Da qualche mese è come sbocciata: corre, ride, salta, chiama, scherza, non sta mai ferma, richiama continuamente l'attenzione in qualsiasi cosa che si possa condividere dicendo: 'Arda (Guarda!) ed evoca ciò che ama: il mare, il sole, la luce.
Un piccolo fiore che sboccia e che ci riempie il cuore in ogni momento.
Così io sto bene, non perché vedo la vita con gli occhi di lei (cosa che, per altro, in alcuni momenti è davvero divertente), ma perché mi sento compiuta in una parte di me che si è ora, finalmente, naturalmente evoluta.
Continuo a pensare che l'adozione sia un modo diverso dalla più comune consuetudine per diventare genitori ma non è affatto un modo diverso di esserlo. Ed inoltre, sono così felice di avere seguito il mio istinto nel cercare un figlio tramite l'adozione e non attraverso qualche tecnica di fecondazione assistita che basterbbe solo questo a farmi sentire compiuta. Ho fortemente voluto diventare mamma attraverso l'adozione e ce l'ho fatta!
Ora, come ho già più volte detto, mi sento anche presente, nel senso che sento di vivere il presente davvero. Ho smesso di cercare e di andare verso, ed ora: sono.
Così mi capita a volte di fermarmi mentre cammino e di sentire davvero l'aria o il sole o i rumori che mi circondano e di sentire rimbombare dentro di me la voce: io sono, io sono, io sono!
Ci sono, in quel momento, in quella situazione, in quel determinato attimo di vita che sta già fuggendo, io c'ero, come a vedere già con gli occhi del domani una vecchia fotografia ingiallita in cui ero nel passato ma, appunto, di vederla mentre vivo il presente.
Sono a 40 anni nel pieno della vita, come una fotografia di mia madre con gli occhiali molto spessi, il tailleur bianco, l'acconciatura alta anni '70, mentre faceva qualsiasi cosa e io che da sempre penso a come fosse bella.
E' come poter gustare la fotografia mentre la vivo ed è tutto vero. Bellissimo.
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(aggiungo una nota: sto studiando lo stesso. Fra meno di un mese, il 10 settembre, devo sostenere il mio ultimo esame costituito da 6 libri 2 dei quali - i più impegnativi- già studiati a suo tempo ma comunque da ripassare. Sono indietro con lo studio e in questo ultimo mese devo ingranare la marcia per riuscire in qualche modo a passare l'esame. Il mio ultimo esame univesitario! Yuppi!).
E tu sei la dimostrazione che la vita è bella e che si può sempre portarla dove si vuole. Sono felice per te cara Plotina: hai lottato per ottenere la tua felicità e ce l'hai fatta e con essa hai costruito la felicità di una persona che, altrimenti, non l'avrebbe mai conosciuta.
RispondiEliminaUn bacio, a prestissimo.