laurea

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giovedì 25 agosto 2011

un pianto

Questa mattina, per la seconda volta in vita mia, ho sentito un pianto disperato.
Si tratta di un pianto indescrivibile, La Disperazione.
Il Dolore.

Un pianto imperdonabile, acuto, intenso, profondo, penoso e pietoso. Straziante.
Straziante è il termine più corretto.

Quando l'ho sentito un brivido mi ha percorso la pelle e ho avuto un fugace pensiero: Come quella volta...

Come quella volta che abitavo ancora da sola e ho sentito una donna piangere quel pianto.
Sono uscita nel balcone e ho chiesto alla vicina di casa.

Mi ha spiegato che era morto suo fratello e chi piangeva era sua madre.

Era una donna che piangeva per la morte di suo figlio.

Questa mattina di nuovo quel pianto.
Io abito in una via in cui passano pochissime auto e con i San Pietrini a terra. Attorno ci sono case tutte una di fila all'altra, lungo tutta la via, come un continuo.  Sono le case a schiera di 100 anni fa, verdi, gialle, rosse...

La mia casa è un po' anomala perchè non è direttamente sulla via ma sulla via c'è il cancello e quindi una rientranza con un cortile e quindi la mia casa.
Idem per la casa di fianco. In questo modo si crea una specie di "corte" in cui si affacciano diversi appartamenti. La via è stretta e crea un po' di rimbombo per cui è facile sentire ciò che si dice in strada e questo crea "comunità" e si esce a chiacchierare con facilità fra vicini di casa, appoggiati al balcone.

Questo pianto non capivo da dove arrivasse.

Quando sono uscita, in una viuzza laterale, due signore parlavano affacciate alla finestra, una di fronte all'altra.
Hanno fatto cenno a nomi, età...

Ho iniziato a preoccuparmi.

In pausa pranzo tutto è stato dolorosamente chiaro.

Sono morti i miei vicini di casa, marito e moglie. Erano i miei dirimpettai per la precisione.
Avevano 47 e 49 anni. Avevano 2 figli, di 15 e 20 anni.

Chi piangeva era la madre di lei che abita anche lei lì.
I suoi fiori, delle splendide surfinie bianche che facevano concorrenza alle mie ma, nel suo caso, sopravvissute alla bufera di un mese fa perché al riparo, erano caduche, con qualche fiore appassito e niente più.
Dico sul serio, fino a ieri erano rigogliose.

E' l'aria della morte che le ha decimate.

E' un grave dolore e io non riesco a smettere di pensare a quella ragazzina, che solo 2 giorni fa lui redarguiva di rientrare per le 23.00, che non avrà né madre né padre al suo matrimonio. Ho questa immagine in testa e non riesco a togliermela.

1 commento:

  1. Ah Plotina, penso di capire come ti senti! Mi ricordo delle surfinie della della tua vicina che erano sopravvissute alla grandine, allora pensai che era stata fortunata...che dire: se ne hai la possibilità cerca di stare vicina a questi ragazzi, fai la tua parte e forse si sentiranno meno peggio di come stanno. Un bacio

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