Oggi vorrei prendermela un po' con calma.
Voglio dire, qui al lavoro.
Questo ultimo mese è stato a dir poco allucinante e mi sembra persino impossibile essere riuscita a superarlo!
Oggi è un giorno tranquillo, sembra che siano spariti tutti e che ci sia il coprifuoco. Il telefono non squilla, le email non arrivano, le pratiche nella scrivania sono diminuite, progetti e scadenze pare che non interessino a nessuno. Anche fuori dalla finestra il via vai della via pedonale della mia città è molto silenzioso. Qualche uomo in pantaloncino, qualche signora con il pane, ma niente bimbi che corrono, niente ragazzini che scherzano. Non c'è neanche il predicatore che, con il suo bastone, se ne va avanti e indietro a spiegare ad alta voce: Cari Fratelli e Sorelle noi siamo a Sua immagine e somiglianza e per questo dobbiamo cercare di assomigliarli nei gesti e nelle opere.
Insomma, oggi è un giorno di ferie che, in qualche modo, si riperquote fino a qui al lavoro.
Questi sono giorni duri. Sto seriamente studiando per l'esame di informatica e ormai, come si dice, ci sono dentro fino al collo.
In questi giorni ho studiato moltissimo con la conseguenza che mi è venuto male agli occhi (che fra pc e libri alla fine si affaticano considerando che io ho una fortissima miopia).
Ma il programma per il prossimo mese è serratissimo e non prevede momenti di riposo.
Nel fine settimana devo terminare la sottolineatura del libro principale e poi, entro i primi giorni della prossima, devo cercare di individuare nelle slide del professore i capitoli più importanti del libro in modo da iniziare a focalizzare le parti importanti e, nello stesso tempo, di evitare lo studio di ciò che non ha spiegato.
Poi dovrò mettermi in testa il calcolo binario, il bitmap, tutte le componenti del computer, memorie, bus, processore...
Insomma, niente di complesso ma tutto da studiare.
Da una parte sto stringendo i denti senza sprecare energie per le parole perché dopo il tour de force lavorativo è davvero duro iniziare a studiare.
Dall'altra mi rendo conto di quanto sia stato importante per me lo studio in questi anni di attesa di un bimbo che non arriva mai.
Mi sono ancorata a questa università come una cozza al suo scoglio, cercando tutto il nettare vitale possibile.
L'università è qualcosa che ho fatto per me, qualcosa di cui sono fiera e di cui mai, neanche in un solo giorno, ho rinnegato l'importanza e l'utilità.
Mi mancano 5 esami e ora sono allo stremo delle forze con l'ennesima estate passata sui libri e con i mille progetti accantonati.
Da una parte mi dispiace avere rinunciato a così tanto in anni in cui sto bene fisicamente e potevo affrontare chissà quali esperienze, dall'altra sono contenta perché ho impiegato il tempo in ciò che amo. L'arte.
Questo esame di informatica l'avevo lasciato indietro perché proprio non mi interessa la materia ma mi sto rendendo conto che un po' di ignoranza in meno aiuta certamente ad avere consapevolezza su strumenti che utilizzo tutti i giorni e che ormai fanno parte della mia vita.
Fra l'altro, in questi ultimi giorni mi sono tecnologizzata con Smart Phone e anche iscrivendomi a Facebook.
Con lo Smart Phone mi sto divertendo tantissimo e anche con Facebook in cui non mi ero mai iscritta perché, come è ovvio, molti colleghi e amici ex compagni di classe sono lì e io, sinceramente, non ho voglia di ritrovarmeli di mezzo anche nei miei momenti di relax.
Lo so, i momenti di relax si condividono spesso con gli amici ma io ho una grande necessità che è quella di parlare di mio figlio, che non c'è, che arriverà, di come mi sento, dei dubbi, delle speranze e così via.
Con gli amici non si può fare perché ormai è assodato che non capiscono ciò che non stanno vivendo, con i parenti ancora meno e lasciamo perdere con i colleghi... quindi tutta 'sta gente non farebbe altro che invadere l'angolo che mi sono riservata di una parte di me che difficilmente riesco a condividere all'esterno.
Quella di me che aspetto un bimbo.
Oltretutto, per lavoro io ho molto a che fare con il mondo virtuale (in ambiti completamente diversi) e di essere rintracciata pure da clienti su Facebook, eh no! Questo proprio no!
E così mi sono registrata come Plotina Mammaindivenire e mi piace tantissimo ciò che sto leggendo e anche le persone che sto conoscendo.
Ora esco dalla bolla e ritorno al lavoro, con calma però, oggi con calma.
Ciao Plotina son tornata, per il momento. Anche io Facebook non lo userei con il mio vero nome: che noia! Ma io comunque non lo so proprio. Ti sento energica come sempre: mi fa piacere. Bacio, ciao.
RispondiEliminaVolevo dire: "non lo USO proprio".
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