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venerdì 16 novembre 2012

nel momento del bisogno...

Questo percorso adottivo mi ha insegnato l’egoismo e il menefreghismo della gente. Oppure, l'incapacità di occuparsi davvero degli altri.
Noi siamo stati lasciati completamente soli da parenti e amici di lunga data.
Chi ci ha capito ed accompagnato sono amici che conosciamo da poco tempo o, soprattutto, tante coppie in attesa come noi e quindi perfettamente consapevoli della situazione. Forse, tante coppie sole come noi…

Nel nostro caso specifico sia la mia famiglia che quella di mio marito non ci hanno minimamente accompagnati durante questi anni di attesa. Mia sorella e il fratello di mio marito hanno raggiunto il massimo del menefreghismo e credo che mia sorella, in 4 anni, non mi abbia mai una volta chiesto come sta andando il percorso adottivo…
Ogni tanto suo marito chiede e ho smesso di dargli anche solo brevi aggiornamenti perché poi se ne esce con frasi del tipo:” Eh… e ci vorranno ancora anni!” oppure, da una volta all’altra, si dimentica quel poco che gli ho detto e mi chiede magari sull’aggiornamento di tre mesi prima!

Mio padre esce con frasi del tipo: “Speriamo che non arrivi il bambino così finisci l’università… “
Il fatto è che io ho 39 anni e mi sono iscritta all’università qualche anno fa e per quanto tenga ai miei studi non c’è neanche da fare un paragone a quanto io desideri diventare mamma…
Mia madre è completamente fuori discussione, ogni tanto sente in televisione qualche notizia relativa all’adozione e allora arriva con domande o considerazioni assurde. Naturalmente, nessuno mi chiede niente, non fanno neanche domande del tipo: come va, c’è qualche aggiornamento.
Inoltre, ogni volta che mi parla di mi# figli# mi dice: quando arriverà non potrò guardarlo io, ormai sono vecchia.
In pratica, non ricordo una sola volta, in questi 4 anni (considero solo quelli da cui ho fatto domanda di adozione ed escludo quelli in cui cercavo il bimbo nella mia pancia) in cui ho sentito vero affetto nei confronti di mi# figli# e comprensione verso questo percorso eterno, lunghissimo e difficilissimo.
Niente, niente di niente.

Anzi… mia sorella l’unica cosa che ha saputo dirmi è che dovevo assolutamente provare la fecondazione assistita e quindi, in qualche modo, è come se pensasse che tutta questa attesa me la sono cercata, che potevo usare altri metodi…

La mia testimone di nozze è sparita per quanto riguarda questo argomento. Non è mai stata troppo coinvolta così presa dal suo tram tram e dai suoi problemi, e ora ignora la cosa completamente, come se ne avesse già a basta dei suoi problemi per avere tempo per me.
Ma mi dispiace perché lei è parte della famiglia e per me è come una sorella. Insomma, un’altra sorella che se ne infischia completamente.

Quindi la domanda che mi pongo in questi giorni è: ma quando arriverà quest# bambin#, con che faccia ‘ste persone dimostreranno la loro gioia e mi diranno che sono contente? E come dovrò interpretare i pianti che sicuramente ci saranno?
Perché le scenate “d’affetto” ci saranno sicuramente, e anche i regali.

Ma io non ci credo più e mi dispiace di questo, perché magari potrò anche lasciarmi affascinare da tante belle scenette che vedrò ma prima o poi, passata magari l’euforia dei primi tempi, mi fermerò a pensare e non potrò non ricordare questa indifferenza.
Oppure, e questa è la cosa peggiore, non potrò che notare ciò che davvero questi miei parenti sentono che è indifferenza.

Ma, d'altronde, chi chiede un nuovo nipotino? Ne abbiamo già due splendidi che appagano completamente tutta la famiglia, per non parlare della mia testimone di nozze che ha anche lei due bimbe adorabili e un nipotino in arrivo. Cosa ce ne facciamo di quest# mi# figli#?

Eppure, per me e mio marito, sarà il nostro mondo e il nostro sole e pochi bimbi al mondo sono amati e desiderati tanto come lui o lei...

5 commenti:

  1. Sono "inciampata" per caso nel tuo blog un paio di giorni fa e ne sono rimasta affascinata. Io ho la fortuna di avere due bimbi "tutti miei" e storie come la tua mi fanno riflettere molto perché l'istinto materno non si può fermare e fai bene a non mollare.
    Io non ho MAI scritto commenti sui blog che seguo, ma oggi leggendo questo tuo post ho pensato: sarà che tutte le persone da cui ti aspetti interesse non ti chiedano nulla per rispetto? Perché forse immaginano il travaglio interiore che stai affrontando e preferiscono non aprire una ferita ancora sanguinante...
    Non ti conosco e probabilmente starai pensando:"Ma cosa vuole ora questa quì che non sa niente di me, di mio marito e di quello che cerco?"
    Hai ragione, ma a volte quando la ns attenzione è focalizzata solo su noi stessi, sui disagi che stiamo attraversando, sulle nostre difficoltà, non riusciamo che a leggere il brutto anche dove non c'è.
    A volte il silenzio è rispetto non indifferenza...
    Spero di continuare a leggerti ancora con molto interesse.
    Maria

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    Risposte
    1. Ciao maria!
      si, ci ho pensato tante volte e per questo motivo ho chiesto a gran voce di starmi vicina.
      ho pianto ho urlato ho spiegato...
      non è servito a niente.

      io credo che la verità stia nel mezzo...

      sono certissima che tutti i miei parenti mi vogliano un gran bene, ma davvero penso che mi adorino e non vorrebbero mai vedermi soffrire... e questo qui della mia attesa è un dolore sordo e pacato che si "sente" con "l'ascolto".
      ascolto vero.

      forse manca quello, l'ascolto vero.
      e forse c'è un po' di indifferenze più o meno consapevole perché se il dolore non lo si vede, è anche facile (o comodo) non condividerlo...

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    2. Ciao Maria,io sul tuo blog non ci sono inciampata per caso ma seguo affascinata i blog di chi come te è davvero brava a scrivere ciò che prova.Sono una mamma anche io ma adottiva e quindi più vicina al tuo punto di vista.Mia figlia mi è "costata" dolore e lacrime lunghi anni proprio come sta succedendo a te.La mia conclusione sull'interesse dgli altri è che il dolore spaventa e nessuno ci si vuole infilare dentro se può evitarlo.Devo dire che i miei genitori mi sono stati davvero vicini,ma gli altri hanno sempre minimizzato sui tempi "tanto si sa che è lunga....",sui rischi"E bisogna saper accettare..." e su altri aspetti per niente secondari.
      Questi lunghi anni mi hanno insegnato tanto ma soprattutto la comprensione e vedrai che quando abbraccerai tuo figlio anche tu avrai dentro di te solo le cose positive che la meravigliosa esperienza dell'adozione ti sta dando e sarai una splendida mamma che passerà tutte queste cose al suo bambino.
      L'acolto non è per tutti...
      Edi

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    3. Ciao Edi, io penso esattamente quanto hai scritto tu e penso anche che questo lungo percorso, finora solo di dolore (perché questa qui che sto vivendo è un'attesa terribile perché ritrovarsi dentro ad un paese bloccato è un'agonia che non si riesce neanche a raccontare....), ci cambi moltissimo.
      Io penso che questa mia famiglia non mi sia stata vicina ed, effettivamente, non mi è stata vicina. Ma penso anche che non l'abbia fatto per "cattiveria" o perché non mi ama, l'ha fatto perché affrontare il dolore degli altri è sempre troppo difficile. E' facile esprimere rammarico per eventi tragici, è facile sentire la tristezza per eventi drammatici, ma per una situazione di "stabile dolore" è molto più complicat... E' proprio il percorso che stiamo vivendo che è difficile e, sicuramente,anche di difficile comprensione. Ciò non toglie che sia anche convinta che sia a volte più "comodo" evitare di vedere il dolore e questa idea non me la riesco a togliere dalla testa..

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  2. Ops scusa non ti chiami Maria....
    Edi

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