laurea

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venerdì 27 settembre 2013

La sindrome di Jo March

Ultimo venerdi di assenza dal lavoro. Lunedi rientro.

Questo rientro avviene dopo una pausa cronologicamente impeccabile. Ho iniziato a lavorare a 20 anni, mi sono fermata a 40 ed ora, dopo 7 mesi di paura, rientro.

Ho già ampiamente raccontato del mio desiderio di lavorare di meno, almeno in termini di tempo impiegato al lavoro. Credo che questo avverrò inesorabilmente in quanto ho già avvertito della mia volontà di ottenere il part time al termine del periodo di allattamento (che durerà fino all'anno di ingresso di mia figlia in Italia) e, in base ai nuovi accordi sindacali con la mia ditta, non credo avrò molti problemi in merito (e me lo auguro).
L'altro mio proposito è relativo all'IRA.

Ho un difetto caratteriale che detesto e che da anni cerco di combattere(e di cui ho già sicuramente parlato), sono facilmente irrascibile e quando mi arrabbio veramente faccio fuoco e fiamme, urlo, strepito, me la prendo davvero!
Nella mia vita ho espresso la mia ira più veemente con mia madre (che da ottima madre conosce al millimetro ogni più recondito aspetto che mi fa andare veramente fuori di testa), mio marito (come ogni sana convivenza può indurre)e, purtroppo, i colleghi di lavoro.
Principalmente non sopporto la non volontà altrui (che poi, al lavoro, ci si aspetta che tutti lavorino...), e un malcelato misoginismo che scappa da tutte le parti a uomini anche davvero inetti ma, in quanto uomini, arrivati chissà come a coprire qualche carica immeritatamente.
Io sono una donna e ragiono da donna, parlo da donna, mi comporto da donna. Se ci si trova ad una riunione con, mettiamo, 8 uomini, alla fine ci si ritrova ad essere una donna con considerazioni, modi di fare, atteggiamenti, da donna.
Alla fine dell'incontro io ne esco sempre un po' beffata o con questa sensazione.
Per riuscire in certe aziende in cui ai vertici ci sono principalmente uomini (ovvero credo la maggior parte delle aziende italiane), bisogna essere donne che si comportano da uomini, parlano da uomini o sono CALME come gli uomini.
Prima regola: parlare di meno.
Gli uomini sono, nelle parole, più pragmatici.

Comunque, non era questo l'argomento del post. L'argomento era: propositi per i prossimi 20 anni lavorativi.
E sono due: lavorare per meno tempo e non arrabbiarmi.
Vorrei essere come una donna che ho visto ieri sera ad una bella conferenza di Amnesty International qui nella mia città. Una donna molto semplice che raccontava con pacata calma, usando poche parole e ben calibrate. Una donna sicura di sé e pertanto senza tante chiacchiere a velare il suo discorso.
Una donna che di certo non scatta come una fiamma sempre in attesa di benzina come spesso sono stata io. Una donna che magari è stata Jo March ma che ora è maturata. Come è accaduto a Jo March... credo che il mondo sia piano di ex Jo March... anzi, credo che tutte le donne che apprezzo e ammiro una volta lo siano state e poi siano cambiate trasformando l'ira in riflessione, in calma, in autocontrollo e, soprattutto, in consapevolezza.

Voglio essere una donna matura e serena interiormente, chiara, con la mente lucida, trasparente, senza fronzoli.

Ci riuscirò?

...to be continued...

mercoledì 25 settembre 2013

Un piccolo paese per bambini... di tutto il mondo...

Ieri ero dal pediatra perché mia figlia ha un po' di tosse e volevo verificare non fosse nulla di grave. Sono una mamma in divenire e ancora non so come comportarmi in caso di lievi malanni della mia bimba e, ho notato, se chiedo alle mie amiche o ai parenti, ognuno mi da un consiglio diverso e questo forse perché, mi ha spiegato ieri la pediatra, i bimbi tendono ad avere spesso malanni sempre uguali con sé stessi. Per esempio, se mia figlia ha un certo tipo di tosse è possibile che questo tipo di tosse le ritorni in altri momenti, sempre uguale a questa che ha ora anche se poi, ovviamente, a seconda della situazione potrà peggiorare, migliorare o trasformarsi in qualcosa d'altro.

Questo potrebbe spiegare il motivo per cui ogni mamma suggerisce cure diverse per malanni che potrebbero sembrare simili... Io per ora ho deciso che, in questa fase iniziale in cui ancora non conosco bene molte reazioni di mia figlia ai farmaci e alle malattie, andrò dalla pediatra.

Mentre ero dalla dottoressa ho fatto due considerazioni.

La prima riguarda il fatto che il mio è un "paese per bambini". Io abito in un piccolo paesino piemontese di montagna che conta 1700 abitanti. L'asilo è stato costruito 5 anni fa ed è quindi nuovissimo, dispone di alule grandi e colorate e arredate con giochi di ogni tipo. Nel giardino ci sono ben due parchi, uno sull'erba con le altalene e tanto spazio per correre e l'altro sulle piastrellone di plastica morbida con sopra tantissimi giochi, scivoli, case e castelli, dondoli...
Nella classe di mia figlia ci sono solo 9 bambini e, quando arrivo a scuola, non faccio in tempo a metterle il grembiulino che una maestra delle 4 che si turnano l'ha già presa in braccio e la sta coccolando!
Il pranzo arriva fresco tutti i giorni da una casa per disabili che si trova sempre nel mio paese e per arrivare all'asilo impiego circa 2 minuti a piedi e al ritorno andiamo anche a prendere il pane fresco in panetteria che si trova lungo il cammino...

La pediatra ha lo studio in piazza, quindi a un minuto da casa mia e l'orario dell'asilo copre, con il pre e post scuola, un ampio orario che permette di andare a prenderla senza problemi anche considerando le esigenze lavorative.

Dopo la scuola o l'asilo i bimbi corrono in piazza dove c'è un'area vietata alle auto in cui possono correre e andare in bicicletta e, oltre a questo, c'è un parco con molti giochi, tutto recintato, in cui si spostano continuamente.

Io mi sento molto fortunata. Non ho avuto problemi per l'ingresso di mia figlia all'asilo anche se è un'anticipataria mentre ho molti amici che hanno dovuto mandare il loro bimbo al nido perché non c'era più posto.

In buona sostanza, in questo paesino sento che mia figlia può crescere davvero serena e potrà sentirsi libera di spostarsi e giocare non appena avrà l'età per farlo.

L'altra considerazione su cui ho riflettuto ieri è che, dalla pediatra, erano presenti 10 bambini di cui 4 di origine marocchina, 2 di origine rumena e gli altri italiani (e ci inserirei mia figlia che è di origini vietnamite).
Quindi 3 italiani autoctoni e gli altri da tutto il mondo.
Questo aspetto a me piace molto perché io spero che questa nostra Italia possa diventare presto multietnica e ricca di idee e volontà che molte persone che hanno voglia di riscatto sociale e di migliorare il loro stile di vita posssono apportare.
Molti bimbi non significa molta integrazione, questi bambini sono inseriti in famiglie con tradizioni radicate nella loro terra di origine ma lo scambio culturale io credo che possa portare ad una crescita per ognuno di noi.
Nella classe di mia figlia c'è un solo bimbo di origine marocchina ma in tutto l'asilo ce ne sono diversi e ieri una bimba marocchina è uscita correndo da scuola con la mamma che, per inseguirla, correva anche lei ridendo.
La bimba correva per raggiungere mia figlia, quando è arrivata l'ha abbracciata e baciata e poi è corsa dal papà che anche lui stava arrivando.
Questo mi è piaciuto. Non sarà ancora integrazione ma è qualcosa di molto positivo per arrivarci.







venerdì 20 settembre 2013

out!

E' arrivato il momento di riprendermi... intendo dire di smetterla di passare il tempo a giocare a Sugar Crash sdraiata sul letto... è ora di tornare alla vita, o meglio, alla mia nuova vita da mamma con bimba all'asilo.

In buona sostanza è andata così, dal giorno dell'esame mi è venuta un'influenza pazzesca con tanto di febbre 39.5, placche in gola, male ovunque, antibiotici, tachipirina, zerinol, latte caldo e chi più ne ha ne metta. Mi sono ammalata così tanto come era accaduto solo in Vietnam durante i primi giorni con mia figlia e questo la dice lunga sulla capacità del mio corpo di somatizzare e restituire tutto lo stress di qualche evento sotto forma di malattia.
Ho sostenuto il mio ultimo esame raccogliendo tutta l'energia che potevo destinare allo studio considerando la mia situazione di mamma in maternità e, alla sera dell'esame, sono tornata a casa con i primi accenni dell'influenza, il giorno dopo ero completamente out!

Da quel giorno mi sono trascinata fino ad oggi quando ho deciso che è ora di riprendermi davvero e tornare a vivere o, meglio, ricominciare visto che, quanto meno, non avrò più l'incubo degli esami.

Sono stati giorni ovattati dal raffreddore e dal mal di gola in cui la mia cucciola ha iniziato l'asilo scatenando una turbine di emozioni che sono difficili da descrivere. Saperla in qualla scuola che gioca e comunica e impara mi commuove molto e non sono tanto emozionata di non saperla con me quanto piuttosto di saperla in una prima fase di apprendimento, di crescita, indipendente dalla nostra famiglia.
Sono passati pochi mesi da quando ha lasciato l'Istituto e già si ritrova in un asilo ma ora è certamente una situazione diversa, ora è in una scuola, sta imparando con maestre non dedite a badare a lei giusto per trattenerla tutto il giorno ma ad insegnarle, ha una mamma ed un papà che vanno a prenderla e che la accudiscono, ha una vita che comprende anche la scuola ma non solo e, insomma, sta crescendo creando la sua personalità e sviluppando le sue capacità intelletive.

Il tempo si è come fermato in questi 10 giorni, come se bastasse la sua esperienza a fare tutto e io non avessi la forza per fare altro che prepararla per l'asilo, venire a casa, attenderla e giocare a Suger Crash che è uno sciocco gioco per smarthphone che mi ha praticamente nauseata.
In realtà in questa settimana ho lavorato qualche ora al tirocinio e ho pianificato con la mia ditta il lavoro per concluderlo e chiedere l'esonero, ho chiuso una serie di appuntamenti che avevo in sospeso con dottori e burocrazia, ho riordinato qualche armadio, insomma, ho fatto tutta una serie di commissioni necessarie considerando che fra una settimana rientro al lavoro, ma ho la sensazione di non esserci stata, di essermi fermata ammalata cercando solo di raccogliere le forze per preparare cena e per portare la piccola all'asilo.

Comunque sia, da stasera devo riprendermi. Prendo l'ultimo antibiotico e cerco di riprendermi a sufficienza per pulire la casa e stirare, concludere il lavoro del tirocinio che ho pianificato di chiudere entro domenica e camminare all'aperto senza una estenuante sensazione di stanchezza.

Inoltre, cercherò di godermi la mia ultima settimana a casa, da lunedi 30 si torna al lavoro e non mi dispiace per niente... credo sarà tutto diverso rispetto a prima, ora c'è mia figlia, farò un orario ridotto, non ho più esami da sostenere... vale davvero la pena di guarire dall'influenza e riprendere a vivere!



martedì 10 settembre 2013

Et voilà!

HO PASSATO IL MIO ULTIMO ESAME UNIVERSITARIO!!!


Questa volta non racconterò dell'esame, di cosa è accaduto fra professore e assistente e attesa e la solita tensione poi l'interrogazione in cui ci si sente (e in realtà si è) in balia dell'altra persona... Non ha più senso essendo questo l'ultimo esame che genera una gioia indipendentemente dal voto (un insignificante 25) e grazie alla sua essenza stessa. E' il mio ultimo esame!

Intanto, fino a qui sono arrivata e ne sono molto felice!
Sei anni fa quando mi sono iscritta all'università sapevo che ce l'avrei fatta a sostenere tutti gli esami perché io so quanto sono caparbia e quanto mi so sacrificare, ciò che non immaginavo è che sarebbe stato così duro... davvero molto più del previsto e la mia interminabile attesa adottiva è stata la benzina che mi ha aiutata a studiare, attaccata come ero con i denti e con le unghie alla cultura per me e per me sola, mamma donna incompleta senza un figlio che sentivo già dentro di me.

E invece, piano piano, ho sostenuto tutti gli esami. 19 esami in 6 anni che è corretto con la modalità di iscrizione Part Time che prevede di sostenere circa 3 esami l'anno. Per me che lavoravo è stata un'impresa.

Questo è un anno di traguardi.

Oggi ho vinto una tappa intermedia importante, una Gran Premio della Montagna per dirla con il gergo del Giro D'Italia che tanto amo e che innumerevoli volte non ho potuto vedere per studiare.
Il Giro, però, ancora non l'ho vinto.

I punti 3 e 4 del mio elenco per concludere gli studi e che avevo stilato mesi fa prevedono: Fine attività lavorativa per la richiesta di esonero tirocino all'università e... tesi!

Oggi mi sono recata alla segreteria studenti e mi è stato detto che devo consegnare la tesi entro il 17 gennaio 2014...
Prestissimo...
Credo che sia possibile in qualche modo posticipare, lo spero perché per me è una scadenza davvero precoce.

Intanto, per i prossimi due giorni mi occuperò esclusivamente di chiedere un appuntamento sia alla responsabile del progetto legato al mio tirocinio che alla professoressa che vorrei come relatrice per la tesi, tutto il resto del tempo è destinato solo alla mia cucciola che giovedi inizierà l'asilo.

Questa mattina sono uscita prima che si svegliasse ma a differenza di luglio quando la notte prima dell'esame, consapevole del fatto che non ci sarei stata il giorno dopo, non ha chiuso occhio per starmi attaccata, questa volta ha dormito come un ghiro e quando le ho detto che al mattino non mi avrebbe trovata e sarebbe andata dal nonno mi ha detto: Si! Contentissima di andare dal nonno che adora!

Adesso sento chiaramente che ha capito che non la lasceremo, che mamma e papà sono sempre con lei. Questa è una conquista per lei che ha visto arrivare due estranei che l'hanno sradicata dalla sua terra di origine e dalle sue abitudini...

Ieri guardava un libricino a forma di Barbamamma. L'ha guardato e ha detto: Barba...mamma! Poi ha guardato me e ha detto: Ginia (il suo modo di chiamarsi, anziché Virginia)... Mamma! E quindi si è alzata e mi ha abbracciata fortissimo!

Ho passato l'esame anche con la mia cucciola e questo era davvero un esame importante!