laurea

laurea
xx

mercoledì 31 agosto 2011

ma ci vedo chiaro? meglio non illudersi...

Oggi sono a casa dal lavoro.
Si tratta di una dei quelle preziosissime giornate che dedico a me stessa e in cui raccolgo le forze per andare avanti.

Se sono sotto esame, come oggi, non è che faccia molto altro a parte studiare, ma anche questo è dedicare tempo a me stessa, anzi, direi: soprattutto questo visto che studio per me, solo me, esclusivamente me.

Qualcosa di solo mio insomma.

Oggi sono anche andata a comprarmi un paio di occhiali nuovi. Per me è una vera spesa visto che ho -10 e -13 diotrie e che solo le lenti costano 200 euro l'una...

Per lo più porto le lenti a contatto ma  ultimamente i miei occhi si stancano troppo facilmente e devo torglierle per farli un po' respirare.
Sta di fatto che quando sono sotto esame e quindi passo la giornata davanti al pc o ai libri, da qualche mese mi viene male all'occhio destro, un male stranissimo ad un nervo che si trova sopra all'occhio.
Mi passa solo togliendo le lenti a contatto per qualche giorno.

I nuovi occhiali sono esattamente come piacciono a me e come mi pare mi stiano meglio, li ho sempre avuti così direi a parte un paio rossi e trasparenti che ho detestato. Sono neri, non troppo grossi, semplicissimi. In questo caso sono un po' rettangolari.

Appena li avrò a casa li fotograferò.

Una volta mi sono sorpresa quando mio marito mi ha detto che mi ha notata veramente, per la prima volta  (nonostante ci vedessimo ogni giorno), un giorno che avevo gli occhiali, e lì ho iniziato a piacergli.
Forse è giusto così visto che li porto da quando avevo 7 anni e che la miopia fa parte di me...

Oggi il nostro ente ci ha dato qualche comunicazione dal Vietnam, non c'è molto rispetto a prima,... ma pare che il Vietnam voglia chiudere le pratiche pendenti entro fine anno... ma la mia è una pratica pendente? Io spero di si...
Sarebbe un miracolo, un miracolo.

Questo fatto non significa molto... anche l'anno scorso ci avevano detto che entro fine anno avrebbero chiuso le pratiche di tutte e 16 le coppie in attesa e adesso siamo ancora in 14 ad attendere...
Non ci danno mai informazioni a vanvera, sono sempre informazioni dettate da input del paese, il problema è che il paese cambia idea e versione senza troppi problemi.

Però è meglio che una brutta notizia.

Molto meglio direi.

Qualcuno ci crede se dico che ho paura di crederci? Ecco, è così. Ho paura di crederci.
Aspetto e spero.

lunedì 29 agosto 2011

non un bel fine settimana...

Nel fine settimana ho avuto un tracollo psico-fisico.

Ero lì che cercavo di studiare con questa atmosfera di lutto che invadeva tutto il paese e, soprattutto, tutta la casa.
Il dolore per la morte inaspettata dei vicini di casa si è ingrandito sempre di più e tutti i ragionamenti finivano sempre nel bel sorriso di quella ragazzina in fiore ora orfana e della nonna che contava in questa figlia più che in ogni altro.
Una grave tragedia che ci ha coinvolto molto profondamente anche perché, come dicevo, la loro casa è esattamente di fronte alla nostra e quindi ogni parola detta a volte più alta del solito sembrava potesse entrare nelle loro case, ogni scherzo o risata sembrava un insulto, ogni gioco o canto, un'offesa.

Il mio cagnolino che voleva giocare, così come i bimbi per strada, erano completamente fuori luogo in una atmosfera triste e contrita.

Essendo morti in montagna il funerale si è potuto effettuare solo oggi quando quelle due bare sono uscite dalla loro casa al posto dei loro sorrisi.

Sabato ero lì che studiavo e non capivo un passaggio relativo al calcolo del peso di un'immagine in formato digitale.
Mio marito è un vero esperto ma il calcolo che il professore ha riportato nelle sue dispense e nelle sue slide è molto anomalo. Sia cercando su internet che nella memoria di mio marito, non c'è traccia di un'operazione eseguita in questo modo...
A questo punto rischio di sbagliare 2 o 3 domande del test (l'esame è costituito da uno scritto e da un orale) perché non è chiaro un punto da cui poi ne dipendono altri.

Ci abbiamo provato tutto il giorno ma non siamo riusciti a venirne a capo.

Al pomeriggio, esausta, come una ragazzina... mi sono messa a piangere!

Piangevo perchè i calcoli non quadravano, piangevo perché ero stanca e mi sembrava di avere la mente intorpidita e nessun sonno (che per altro ultimamente non c'è stato se non pieno di incubi su questa morte drammatica) riusciva a restituirmi una mente lucida e pronta.
Piangevo per la tristezza di questa morte, per loro morti e per chi è rimasto qui.

Insomma, piangevo perché a volte è meglio piangere.

Dopo di che ho deciso di razionalizzare e ho chiesto appuntamento al professore per mercoledi affinché mi spieghi il suo ragionamento ma, stanca e stressata come ero, anziché chiedere, nella email, se potevo vederlo durante il suo orario di "Ricevimento", gli ho chiesto se potevo vederlo durante il suo orario di "Visita".
E quindi è da sabato che mi ripeto che sono una deficiente perché con 'sto prof ho già fatto una figura di m. prima ancora di vederlo...

A parte questo non c'è altro.

Temo che questo possa essere il primo esame che non passerò che confermerà che ho fatto bene a studiare arte e non qualche materia tecnica.
Eppure capisco che sia utile capire come funziona uno strumento che utilizziamo così spesso...
E anche se ne capisco l'importanza continuo a non amare la materia e a studiare male.

Sono molto indietro nel programma e ho poche energie per recuperare. L'unica è prendere qualche giorno di ferie per studiare.
E' ciò che farò.

Per il momento, ora vado a studiare.



giovedì 25 agosto 2011

un pianto

Questa mattina, per la seconda volta in vita mia, ho sentito un pianto disperato.
Si tratta di un pianto indescrivibile, La Disperazione.
Il Dolore.

Un pianto imperdonabile, acuto, intenso, profondo, penoso e pietoso. Straziante.
Straziante è il termine più corretto.

Quando l'ho sentito un brivido mi ha percorso la pelle e ho avuto un fugace pensiero: Come quella volta...

Come quella volta che abitavo ancora da sola e ho sentito una donna piangere quel pianto.
Sono uscita nel balcone e ho chiesto alla vicina di casa.

Mi ha spiegato che era morto suo fratello e chi piangeva era sua madre.

Era una donna che piangeva per la morte di suo figlio.

Questa mattina di nuovo quel pianto.
Io abito in una via in cui passano pochissime auto e con i San Pietrini a terra. Attorno ci sono case tutte una di fila all'altra, lungo tutta la via, come un continuo.  Sono le case a schiera di 100 anni fa, verdi, gialle, rosse...

La mia casa è un po' anomala perchè non è direttamente sulla via ma sulla via c'è il cancello e quindi una rientranza con un cortile e quindi la mia casa.
Idem per la casa di fianco. In questo modo si crea una specie di "corte" in cui si affacciano diversi appartamenti. La via è stretta e crea un po' di rimbombo per cui è facile sentire ciò che si dice in strada e questo crea "comunità" e si esce a chiacchierare con facilità fra vicini di casa, appoggiati al balcone.

Questo pianto non capivo da dove arrivasse.

Quando sono uscita, in una viuzza laterale, due signore parlavano affacciate alla finestra, una di fronte all'altra.
Hanno fatto cenno a nomi, età...

Ho iniziato a preoccuparmi.

In pausa pranzo tutto è stato dolorosamente chiaro.

Sono morti i miei vicini di casa, marito e moglie. Erano i miei dirimpettai per la precisione.
Avevano 47 e 49 anni. Avevano 2 figli, di 15 e 20 anni.

Chi piangeva era la madre di lei che abita anche lei lì.
I suoi fiori, delle splendide surfinie bianche che facevano concorrenza alle mie ma, nel suo caso, sopravvissute alla bufera di un mese fa perché al riparo, erano caduche, con qualche fiore appassito e niente più.
Dico sul serio, fino a ieri erano rigogliose.

E' l'aria della morte che le ha decimate.

E' un grave dolore e io non riesco a smettere di pensare a quella ragazzina, che solo 2 giorni fa lui redarguiva di rientrare per le 23.00, che non avrà né madre né padre al suo matrimonio. Ho questa immagine in testa e non riesco a togliermela.

mercoledì 24 agosto 2011

lavorare stanca

Oggi sono arrivata al lavoro molto contrariata.
Sono stanca!
Stanca di passare le giornate seduta fra 4 muri davanti ad un pc, stanca di parlare di argomenti sempre complessi, stanca di un ritmo lavorativo che mi pare di non riuscire più a reggere né fisicamente né psicologicamente.

Sono stanca.

Sono una donna sull'orlo di una crisi di nervi perché oggi mi stavo arrabbiando con lo scanner che, oggettivamente, ha dei suoi limiti propri che anche ad arrabbiarsi non è che possa migliorarsi...

Sono stanca stanca stanca.
Vorrei una vita.

Ieri ci è arrivata una comunicazione che la relazione integrativa dei servizi sociali, chiesta giusto il giorno feriale prima di ferragosto in modo da rovinarci anche questa festività, non serve.
Quindi la richiesta e la preoccupazione sono state vane.
Meglio così, che non serva, ma se è vero quanto ha detto il nuovo presidente del Cifa che la nuova gestione vuole migliorare l'aspetto comunicativo, allora credo che di strada ne abbia ancora da fare perché chiedere ad una coppia che attende da 21 mesi dal mandato, dopo 6 mesi di completo NIENTE, di chiedere un'integrazione di documenti (alla fine non necessaria), il giorno prima di ferragosto, mi pare l'ennesima tortura.

Comunque sia, oggi che sono così stanca, l'ennesima collega se ne va a casa in maternità.
Le solite cose: eh ma adesso comunque a casa cambia tutto... eh si il caldo non lo sentirò tanto a casa, ah beh qui per quel progetto poi si vedrà, non so neanche se poi me ne occuperò ancora... vediamo poi fra un anno...

E io: mi raccomando, viviti a piane i più bei momenti della tua vita, riposati non pensarci. Stai tranquilla...

...che tanto qui ci sono io che lavoro.


lunedì 22 agosto 2011

studio studio studio

Ho studiato.
Ho trascorso il sabato e la domenica a casa a studiare. E ho studiato talmente tanto che oggi gli occhi mi fanno molto male tanto che non riesco assolutamente a mettere le lenti a contatto e che, un occhio, è quasi praticamente chiuso.

Per una persona miope come me studio e utilizzo del video terminale non vanno proprio a braccetto...

Oltre a questo, in questo periodo sto pensado a tutto ciò a cui sto rinunciando per lo studio, e non è poco.

Giusto per fare un esempio, la scorsa settimana, che era ferragosto, abbiamo invitato da noi mia zia 78enne.
E' stato bello stare un po' con lei perché per me è una persona importante con cui non riesco a trascorrere tutto il tempo che vorrei.
Sta di fatto che subito dopo pranzo non ho potuto fare altro che dirle che dovevo studiare...
Lei avrebbe voluto fare una passeggiata e io avrei avuto molti luoghi davvero interessanti giusto vicino a casa in cui portarla.
Purtroppo non c'è stato niente da fare perché o studio o non studio...
La scelta è semplice.

Studiare significa grandissime rinuncie, questo è certo.

Sabato e domenica ho dovuto fare una full immersion perché per questo esame sono in ritardo visto che davvero non riuscivo a partire seriamente.
Mi mancano 5 esami e non sono pochi perché io, in un anno, riesco a dare al massimo 3 esami (e quest'anno me ne mancano 2).

Quando mai arriverà questo bimbo, se non avrò ancora completo gli studi, dovrò scegliere se provare a dare alcuni esami magari nell'anno di maternità, oppure se chiudere la porta dello studio e riaprirla fra qualche anno, quando il bimbo avrà un po' meno bisogno di me.

Certamente, dipenderà molto dal numero degli esami perché è chiaro che se me ne mancherà uno o due cercherò di fare dei sacrifici per finire subito.

Per la tesi, si vedrà. E anche per il First, di inglese, che è obbligatorio.
L'obiettivo, per ora, è finire gli esami.

Nel frattempo, anche mio marito sta studiando perché anche lui si è iscritto all'università e a novembre deve sostenere il TARM che è un esame propedeutico di cultura generale.
Visto che ha più tempo di me si è messo lui a procedere con i lavori di pittura dei mobili della cameretta.

Mi ha detto che ha il terrore che questo bimbo non arrivi perché se passa ancora un altro anno finisce che la prossima estate ci ritroviamo, per la terza volta, a ridipingere i mobili!

Ma ciò non accadrà! Gli attuali colori, rosso e panna, mi piacciono tantissimo!

Ho ripreso in mano il progetto iniziale di disegnare sopra i personaggi Disney e ho anche recuperato il disegno da fare nel letto e acquistato tutti i colori.
Se passerò l'esame, prima di iniziare il prossimo, disegnerò i vari personaggi visto che credo che mio marito avrà avere poi finito la pittura dei vari mobili.

Non c'è altro da segnalare. Sto attendendo che dai servizi sociali della mia città mi chiamino per questa benedetta integrazione della relazione, ogni tanto mi angoscio in modo forte e improvviso pensando ad un bimbo solo in un orfanotrofio...
Poi cerco di pensare ad altro perché angosciarmi non serve a niente.

venerdì 19 agosto 2011

Un po' di calma

Oggi vorrei prendermela un po' con calma.
Voglio dire, qui al lavoro.
 
Questo ultimo mese è stato a dir poco allucinante e mi sembra persino impossibile essere riuscita a superarlo!
 
Oggi è un giorno tranquillo, sembra che siano spariti tutti e che ci sia il coprifuoco. Il telefono non squilla, le email non arrivano, le pratiche nella scrivania sono diminuite, progetti e scadenze pare che non interessino a nessuno. Anche fuori dalla finestra il via vai della via pedonale della mia città è molto silenzioso. Qualche uomo in pantaloncino, qualche signora con il pane, ma niente bimbi che corrono, niente ragazzini che scherzano. Non c'è neanche il predicatore che, con il suo bastone, se ne va avanti e indietro a spiegare ad alta voce: Cari Fratelli e Sorelle noi siamo a Sua immagine e somiglianza e per questo dobbiamo cercare di assomigliarli nei gesti e nelle opere.
 
Insomma, oggi è un giorno di ferie che, in qualche modo, si riperquote fino a qui al lavoro.
 
Questi sono giorni duri. Sto seriamente studiando per l'esame di informatica e ormai, come si dice, ci sono dentro fino al collo.
In questi giorni ho studiato moltissimo con la conseguenza che mi è venuto male agli occhi (che fra pc e libri alla fine si affaticano considerando che io ho una fortissima miopia).
Ma il programma per il prossimo mese è serratissimo e non prevede momenti di riposo.
Nel fine settimana devo terminare la sottolineatura del libro principale e poi, entro i primi giorni della prossima, devo cercare di individuare nelle slide del professore i capitoli più importanti del libro in modo da iniziare a focalizzare le parti importanti e, nello stesso tempo, di evitare lo studio di ciò che non ha spiegato.
 
Poi dovrò mettermi in testa il calcolo binario, il bitmap, tutte le componenti del computer, memorie, bus, processore...
Insomma, niente di complesso ma tutto da studiare.
 
Da una parte sto stringendo i denti senza sprecare energie per le parole perché dopo il tour de force lavorativo è davvero duro iniziare a studiare.
Dall'altra mi rendo conto di quanto sia stato importante per me lo studio in questi anni di attesa di un bimbo che non arriva mai.
Mi sono ancorata a questa università come una cozza al suo scoglio, cercando tutto il nettare vitale possibile.
 
L'università è qualcosa che ho fatto per me, qualcosa di cui sono fiera e di cui mai, neanche in un solo giorno, ho rinnegato l'importanza e l'utilità.
Mi mancano 5 esami e ora sono allo stremo delle forze con l'ennesima estate passata sui libri e con i mille progetti accantonati.
 
Da una parte mi dispiace avere rinunciato a così tanto in anni in cui sto bene fisicamente e potevo affrontare chissà quali esperienze, dall'altra sono contenta perché ho impiegato il tempo in ciò che amo. L'arte.
Questo esame di informatica l'avevo lasciato indietro perché proprio non mi interessa la materia ma mi sto rendendo conto che un po' di ignoranza in meno aiuta certamente ad avere consapevolezza su strumenti che utilizzo tutti i giorni e che ormai fanno parte della mia vita.
 
Fra l'altro, in questi ultimi giorni mi sono tecnologizzata con Smart Phone e anche iscrivendomi a Facebook.
 
Con lo Smart Phone mi sto divertendo tantissimo e anche con Facebook in cui non mi ero mai iscritta perché, come è ovvio, molti colleghi e amici ex compagni di classe sono lì e io, sinceramente, non ho voglia di ritrovarmeli di mezzo anche nei miei momenti di relax.
 
Lo so, i momenti di relax si condividono spesso con gli amici ma io ho una grande necessità che è quella di parlare di mio figlio, che non c'è, che arriverà, di come mi sento, dei dubbi, delle speranze e così via.
Con gli amici non si può fare perché ormai è assodato che non capiscono ciò che non stanno vivendo, con i parenti ancora meno e lasciamo perdere con i colleghi... quindi tutta 'sta gente non farebbe altro che invadere l'angolo che mi sono riservata di una parte di me che difficilmente riesco a condividere all'esterno.
Quella di me che aspetto un bimbo.
 
Oltretutto, per lavoro io ho molto a che fare con il mondo virtuale (in ambiti completamente diversi) e di essere rintracciata pure da clienti su Facebook, eh no! Questo proprio no!
 
E così mi sono registrata come Plotina Mammaindivenire e mi piace tantissimo ciò che sto leggendo e anche le persone che sto conoscendo.
 
Ora esco dalla bolla e ritorno al lavoro, con calma però, oggi con calma.

martedì 16 agosto 2011

insomma...

16 agosto.
Quando, in qualche modo, passano i giorni festivi io sto meglio.
Il fatto che oggi non ci sia più di mezzo il 15 agosto mi rasserena perché nei giorni di festa il mio bimbo mi manca di più.

Il fine settimana è stato un po' strano.

Come era prevedibile, alla fine, la corda tesa fra me e mio marito si è spezzata.
Sabato sera, per un nonnulla, abbiamo litigato e il giorno dopo, come conseguenza, non gli ho parlato per tutto il giorno.

Sabato abbiamo corso come due matti di qui e di là fra supermercato, self, visita a genitori, annaffiatura piante di tutti quelli in ferie, regali di nozze, librerie, e così via fino alle 17.00 che siamo arrivati, stremati, a casa.

Piglio il libro e via a studiare perché qui la situazione è grave e l'esame è il 20  e 22 settembre.

Studio fino alle 19.00 poi mi lavo e preparo la cena. Alle 21.15 dovevamo essere in un luogo in montagna ad ascoltare un concerto di musica classica in cui era previsto Brams e Schubert (la bellissima op. 100).

Fatto sta che alle 20.15, finalmente, ho un attimo per me. Mi metto al pc e navigo di qui e di là e poi adesso sono anche su Facebook (sempre come Plotina Mammaindivenire) e qualche momento volevo dedicarlo a capire come funziona perché non mi ero mai iscritta.

Faccio il calcolo che potevo mangiare un boccone velocissimo (tanto la cena era pronta e frugale, mozzarella e insalata di cornette fresche fresche dell'orto che però a pulirle ci ho messo 3 quarti d'ora!) e mi godo un po' di relax... quasi... perchè mio marito ogni 5 minuti mi chiamava: vieni giù, dobbiamo essere lì per le 21.15 (che poi i concerti non iniziano MAI alle 21.15 o alle 21.00 o alle 21.30 era chiaro che era un orario di "ingressopersoneepoisiiniziaperle21.30)), ma cosa stai facendo?

Al che sono andata fuori di testa, mi alzo di scatto e gli rispondo male.
Lui è andato ancora più fuori e, fra le altre cose che ha detto, qualcosa mi ha offeso.

Ovviamente, essendo mio marito, sa esattamente cosa dire per farmi arrabbiare e usa spesso questa tecnica... ovvero, di dire quello che mi ferisce di più (chiaro che questo sta nella dinamica della litigata...)

Sta di fatto che questa volta ho deciso di reagire.
Al concerto (che aveva proposto lui) alla fine ci sono andata da sola perché lui ha messo il muso, e il giorno dopo non gli ho più rivolto la parola scrivendogli solo bigliettini.
Gli ho scritto che, d'ora in avanti, ogni volta che mi avrebbe offesa avrei smesso di parlargli per 24 ore.

E così ho fatto.
Gli ho scritto bigliettini tutto il giorno successivo, fino alle 21.00.

Purtroppo, però, il giorno dopo avevamo previsto una gita in montagna in una fortezza bellissima. Sta di fatto che io non parlavo e che mio marito, con gli orari, è terribile..
Infatti, avevo preparato il pranzo per prestissimo ma mio marito fino a tardi non ha deciso di partire (anche questa gita era da lui proposta e quindi si era occupato di verificare le distanze e i tempi di percorrenza).
In macchina, per arrivare al Forte, ha corso come un matto, andando per lo più ai 150 all'ora!

Io ho sudato e pianto dal terrore perché io ho molta paura della velocità in auto.
Sta di fatto che ricordo quel viaggio come un incubo e anche il Forte, dopo, non è riuscito a togliermi di torno la tensione..
Ancora adesso tremo se ci penso e mentre avevo tutta quella paura pensavo al mio bimbo che sarebbe stato senza mamma ma poi ho pensato che non era un problema per nessuno perché non è ancora mio figlio e c'è la coda in merito...

Insomma, ore di tensione e di litigi.

E' andata meglio dopo che ho riiniziato a parlargli anche perchè ormai ci eravamo ampiamente sfogati.

Sicuramente lui sta lavorando moltissimo ed è stanco e nervoso, anche io ho veramente lavorato tanto e poi ancora tanto in questi giorni, più lo studio e più, soprattutto, lo stress di questa attesa.

La novità di questo periodo è di venerdi  12 agosto, a ridosso del ponte festivo.

Dal nostro ente ci hanno richiesto di sentire i nostri servizi sociali e di chiedere un aggiornamento della relazione psico sociale che, nel nostro caso, è stata redatta circa 3 anni fa.

Ovviamente i servizi sociali venerdi non erano disponibili visto il periodo, posso sentirli oggi.
Questa relazione andrà redatta, inviata al Cifa, tradotta...
Quanto tempo passerà?

Dal CIFA dicono che non è detto che sia necessaria ma la chiedono in via precauzionale visto che il paese è molto confuso in merito.
Io mi chiedo perché questo scrupolo non se lo siano fatti venire qualche mese prima visto che sono mesi e mesi che qui non capita niente...

Si parlava di integrazione dei documenti da aprile, almeno da aprile...

Sono così delusa e abbattuta...

Alle 12.30 sentirò la nuova assistente sociale che segue le adozioni qui nella mia città. Lo staff che mi ha seguita non si occupa più di adozioni, la psicologa è andata in pensione e l'ass. sociale si occupa di altro.

Si va avanti a produrre documenti. Questi qui, ci hanno detto: potrebbero essere inutili.

Io li preparo lo stesso perché non posso fare niente e tutto quello che mi dicono di fare lo faccio,  anche se è assurda questa situazione, anche se mi sento presa in giro e dentro di me sento come un animale che mi morde lo stomaco dalla rabbia.
Io non ho parole.

Precarietà assoluta.

Stringo i denti e vado avanti.

mercoledì 10 agosto 2011

Tempo e Speranza

Questa sera andrò a vedere le stelle.
Da alcuni anni, credo almeno 3, qui non si sono viste per la notte di San Lorenzo.
Abito in un posto di montagna ed è facile che il cielo non sia del tutto sereno e così per un po' di anni non ho neanche cercato di vederle.
Questa sera, però, il cielo è splendido e abbiamo deciso di andare in una zona panoramica, con il nostro cagnolino, a cercare di afferrare qualche stella e qualche desiderio.
Ho bisogno di credere in qualcosa di positivo.

Negli ultimi giorno accuso una stanchezza incredibile. Ho deciso di andare dal dottore perché non sto bene, sono sempre troppo stanca. A volte cammino sbadigliando, sono distrutta dalla stanchezza.
Al lavoro sto faticando tantissimo perché ne sono completamente sommersa. Mi sono imposta adesso di uscire, o meglio, di entrare nella mia "bolla-blog" però potrei andare avanti ancora per ore.

Avrei voglia di fare piccole cose da donne. Come la marmellata, come ricamare, come fare a maglia, come raccogliere i fiori e sistemarli in un vaso, come disegnare o come leggere poesie.
In questi giorni non riesco a fare niente di tutto questo. No ecco, le poesie si, quelle le leggo sempre lo stesso. Ma sono la sussistenza.
Cerco di divincolarmi fra la forza che devo trovare per iniziare seriamente a studiare per il nuovo esame e la stanchezza cronica.
Eppure non mi fermo mai... con la conseguenza che mi arrabbio con mio marito.
Mi arrabbio perché sono stanca e lui non mi aiuta.
Nel senso che "non si occupa di".
E' come se lui, in questi giorni in cui mi sento particolarmente stanca, fosse del tutto inesistente. Non paga le bollette, non divide la spazzatura, non taglia l'erba, non sposta fogli suoi posati in un certo posto da mesi, non fa il letto, in sostanza, non fa niente.
Si è apaticizzato.

Il problema è che non si "prende neanche cura". Nel senso che non si occupa di noi, di me, del nostro cane, del gatto, della casa. Soprattutto della casa.
E quando sono in questo stato, che fatico a fare tutto, sento la mancanza di lui che faccia le cose.
Ieri abbiamo litigato dal rigattiere.

Siamo andati a cercare l'ennesimo mobile da ristrutturare (ormai siamo diventati quasi dei falegnami decoratori!), perché in cameretta ho riempito tutti i mobili del bimbo con i nostri abiti.
Io sto ridipingendo per la terza volta la cameretta (lo so... lo so... è una storia infinita, sono ormai convinta di chiamarmi Penelope e di vivere ad Itaca...) e non ce la faccio anche a ristrutturare un altro mobile... E certi lavori riusciamo a farli solo d'estate, che ormai sta finendo...
Avevamo deciso che l'avrebbe sistemato lui e invece alla fine ieri sera, in mezzo alla polvere e alla confusione del magazzino del nostro rigattiere, se ne è uscito con cose del tipo: e se lo facesse tuo papà? Eh ma lo sai che ci metteremo tantissimo, tantissimo... Non posso mica occuparmici tutta la domenica!

Mi è venuto un nervoso pazzesco perché 'sto mobile non è un opzional, voglio dire... semplicemente non saprei più dove mettere la nostra roba se arrivasse il bimbo
E' vero, per ora non arriverà, ma vorrei comunque avere finalmente sistemato questa cameretta con gli spazi tutti suoi perché ho bisogno di sentire che lui ha un posto nel mondo oltre che nel mio cuore.

'Sta di fatto che mio marito è out e non possiamo pensare, al momento, di comprare un mobile nuovo perché bello come vorremmo costerebbe troppo e uno di scarsa qualità lì dove dovremmo metterlo sarebbe un delitto perché dovrebbe stare nella rampa principale delle scale di casa nostra e quindi si vedrebbe sempre.

In pratica, bisogna darsi da fare e sistemarne uno.

E avrei voluto che fosse lui ad avere l'iniziativa, a spronare in merito. E invece no.
Essendo io stanca non lo sopporto e quindi ieri me ne sono uscita dal rigattiere davvero contrariata.

Non so come andrà con questo mobile. Ma è anche vero che abbiamo tempo.
Abbiamo tempo...

Nel frattempo, io spero che mi passi questa stanchezza e spero che mio marito capisca.
Insomma, anche per questa volta i miei MUST: Tempo e Speranza.

domenica 7 agosto 2011

la caramella amara e tutto il resto

Avrei voluto trovare la mia "bolla di quiete" dopo il lavoro ma questa settimana è stato impossibile.
Ho lavorato tantissimo e forse ancora di più, tanto tanto tanto.

Sono giunta ad una conclusione. Aumentano i disoccupati e, chi lavora (ovviamente non in aziende con difficoltà), lavora sempre di più.
Ormai arrivo a dei livelli assurdi con la differenza che, essendo 20 anni che lavoro, non ho più la voglia e la forza di almeno 10 anni fa.
Sto invecchiando?
Si!

Mentre prima svolgevo qualsiasi mansione senza problemi, ora per certe attività più operative mi rendo conto che non ho più la testa. Nel periodo di ferie, però, è chiaro che chi resta pedala e quello s'ha da fa', s'ha da fa'!
Quest'anno poi, a differenza del solito, il lavoro non è diminuito! La gente NON è andata in vacanza o se è andata è per molto poco perché per noi è anomalo tanto lavoro così in questo periodo considerando che svolgo un'attività molto legata al lavoro delle imprese. E' anche vero che la mia attività, in un certo verso, può offrire nuove opportunità alle aziende per cui, ora, in molti ci "provano" e questo come ultima o altra prova per fare business.
 
Oltre a questo, sono molto nervosa. Sono nervosa perché sono continuate le "caramelle adottive" (o cioccolatini) con sempre qualche sorpresa ogni giorno, ma questa volta dal pacchetto Tuttiigustipiùuno ho beccato qualche caramella amara...

In questi giorni ci è pervenuta una email da parte del nuovo presidente del CIFA (che è l'associazione con cui prima o poi adotterò) che parlava di "rassicurazioni su notizie diffuse"...
Io di 'ste notizie diffuse non sapevo nulle e ho letto più volte la email per razionalizzare il fatto che rassicurava su aspetti non legati al Vietnam!
In pratica, emergevano "altri" problemi.

Non mi ci è voluto molto per capire che si trattava di questa notizia: http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/413769/.

Per fortuna, ma per grande grande fortuna, ho delle amiche molto bene informate che mi hanno rassicurato ampiamente.
Sta di fatto che peggio di così per la mia pratica non poteva andare per cui, sinceramente, dopo averne parlato e avere razionalizzato, a me di 'sto cambio non frega più di tanto tranne che spero che la nuova amministrazione mi aiuti veramente a raggiungere quel bimbo che ci sta aspettando.

La caramella, comunque, è stata amara (letta la emiail mi sono messa a piangere come una fontana, tanto per capirci...) e per un po' ha aumentato l'incertezza di questo percorso così duro.

Il vero problema di questi giorni, però, è stato un altro.

In questi giorni una cara e nuova amica è in Vietnam per l'adozione di una bimba. Si tratta di un'adozione speciale in quanto la bimba ha 8 anni e, avendo questa età,  rientrava in un canale speciale per cui la mia amica è potuta partire in tempi brevi.
Non è una partenza "qualsiasi" perché è la prima dopo il blocco paese e credo che questo sia un bellissimo regalo che meritano sia la bimba che la sua famiglia.
... ma che gente incontro in questo percorso... è difficile spiegarlo ma ci sono persone così positive, così "migliori" che è come se alzassero la media umana, come se quelle poche persone fossero il bello della "gente". Ci sono persone speciali, alcune sono genitori adottivi...
Questo è un inciso che non c'entra niente, adesso riprendo il filo del discorso...

Dunque, la mia amica è andata a prendere la bimba  a Phu Tho che è la provincia in cui potrebbe esserci il mio bimbo. E' andata nell'Istituto in cui potrebbe essere, e io... non le ho neanche dato un regalino da portare in Istituto!
Sono arrabbiatissima con me stessa. Non riesco a perdonarmi!
La mia amica abita nella mia stessa città, la potevo vedere in qualsiasi momento, potevo mandarle un piccolo regalino... un sonaglio, un oggetto colorato, una pallina... qualsiasi cosa...
Questo Istituto è molto povero, ci sono pochi bambini... la bimba della mia amica ha lasciato lì uno dei regali ricevuti dai suoi nuovi genitori affinché i suoi amici dell'Istituto potessero giocarci...
E io che qui ho tutto non ci sono arrivata!
Sono così tanto tanto arrabbiata con me stessa!

E' che ero ancora sfiduciata e arrabbiata, che non ci credevo proprio più, che mi sembrava tutto inutile...
E adesso che sto sempre un po' meglio mi arrabbio con me stessa perché il mio sconforto non doveva fare questo...
Non riesco a scusarmi e scusanti non ce ne sono.

Forse alla fine cambieremo provincia, forse alla fine lì non c'era il mio bimbo, ma sono stata egoista e non mi sono messa nei panni di quei bambini perché questo gesto poteva costare davvero poco ed essere molto importante. Per chi non ha niente un gioco è importante.
Se poi lì ci fosse mio figlio sarebbe davvero terribile perché io, come mamma, ho il dovere di occuparmi di lui.
Non posso fare niente ma forse qualcosa potevo fare... era poco ma in questa situazione era tanto.

Non posso continuare a crucciarmi per cui devo razionalizzare. Sto cercando di non pensarci.

Spero con tutto il cuore che questa attesa adottiva si interrompa. Ogni volta che vedo un bimbo curato dai suoi genitori penso al mio, senza gli stimoli che servono ad un bimbo per crescere, senza l'amore e le cure di due genitori.

Nel mondo ci sono troppe disuguaglianze e a volte mi sembra di impazzire se ci penso.

Ora vado a dipingere il lettino. La terza soluzione  di colore (ovvero l'attuale), mi piace moltissimo. Questa volta non ho ripensamenti. Ho trovato la quadra.

Dopo pranzerò e poi, è inevitabile, DEVO studiare informatica e io la odio... la odio...
Per fortuna mio marito è un esperto e mi spiega tutti i passaggi che mi sono oscuri.

Dopo un periodo di crisi che anche lui ha vissuto negli ultimi mesi, ha preso alcune importanti decisioni.
Innanzitutto ha deciso di frequentare un corso di personal trainer che inizierà a settembre e durerà per due mesi (nei sabati e nelle domeniche) e poi... e questo si mi ha spiazzato... si iscriverà all'università!
Scienze dell'educazione!

Lui ha 35 anni, io ho iniziato a 34 e ora mi mancano "solo" 5 esami. Per lui sarà dura anche perché durante questo percorso credo arriverà il bimbo.
Ma ce la può fare. Innanzitutto ha molta più memoria di me e poi sarebbe fantastico come educatore. Mio marito è uno che ha delle doti. Ne ha tantissime.

Quando inizia a fare una cosa in genere la fa bene, semplicemente bene. Il problema è che deve avere voglia di farla e lì ci sono i problemi...
Ma se è convinto la fa. Adesso sta studiando per il TARM (che è una prova preventiva che dovrà affrontare a novembre). Quindi siamo una famiglia di studiosi.

Voglio vedere quando arriverà il tato che fine faranno i libri...
Eh beh, nel frattempo, viviamo.

...va meglio, va meglio, sento di avere passato anche questa crisi e di tornare a sorridere...