laurea

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lunedì 11 maggio 2015

Ridere

La mia casa virtuale si riempita di polvere perché è quasi un mese che non apro le finestre e non me ne curo.

E' accaduto che proprio mentre cercavo di riprendermi dalle fatiche della tesi, al lavoro è emersa una grave criticità e io, che già pativo molto tutta una certa situazione lavorativa per me molto faticosa, mi sono trovata coinvolta in una emergenza.
Non so pensare ad un periodo peggiore perché accadesse perchè, purtroppo, davvero ero molto provata dalle energie spese per la tesi e stavo cercando di trascinarmi in qualche modo fino alle ferie.
Invece no, è emersa una criticità in un settore in cui sono abbastanza competente da esserne coinvolta completamente e pure in una situazione in cui o ci si ingegna per cercare di risolvere o le cose restano ferme e questo non deve accadere.

L'ho presa malissimo per il semplice motivo che stavo chiedendo a me stessa qualcosa che in quel momento non avevo, ho passato notti insonni e sono andata al lavoro per giorni e giorni con le palpitazioni.
In un momento in cui fossi stata più serena e riposata non sarebbe stato un grande problema ma io davvero ero e sono esausta.

Ora sono passate alcune settimane e sebbene non si veda ancora la fine del tunnel io credo che qualcosa si sia seminato e ho l'impressione che il lavoro sia stato in qualche modo impostato anche se non si direbbe.
Insomma, io sento che la gran confusione della solita inutile e controproducente frenesia stia finalmente lasciando spazio ad un minimo di riflessione e di calma.

Io non ci sto più con tutta questa inutile fretta. Io mi oppongo.

Mi oppongo in generale, nel lavoro ma anche nella vita.
Io dico no.

Non voglio più correre, non lo sopporto, non mi appartiene, non sono io.
Voglio avere il tempo per fare le cose.

A casa e nel tempo libero mi sembra, in qualche modo, di andare verso questa calma mentre invece al lavoro no perché coltivare la calma e la riflessione pare quasi controproducente e invece, secondo me, le cose devono essere viste sempre da tante angolazioni e per fare questo ci vuole la calma, ci vuole il tempo per lasciare spazio alle idee e non alle prime reazioni.

Ci vuole calma e io desidero la calma.

Sono stufa di farmi scivolare la vita fra le dita, voglio gustarmela.

In questi giorni, quindi, purtroppo, sono rimasta travolta dagli eventi lavorativi che anche se erano limitati alle ore di lavoro, venivano spesso a casa con me sotto forma di pensieri e riflessioni che avevo bisogno di fare perché, appunto, io ho bisogno di allontarmi dalle cose per vederle in ogni aspetto.

Per il resto, a casa, ho fatto l'orto.
Ormai l'orto di quest'anno è completamente impostato con fagiolini, piselli, zucchine, melanzane, peperoni, basilico, peperoncini, cetrioli, zucche, pomodori, cipolle, prezzemolo, cavoli e cavolfiori.
Ogni sera mi sembra un sogno potere andare nell'orto senza la fretta di dovere rientrare per studiare ma soffermarmi a vedere se sta crescendo la pianta di fagioli o ad abbeverare con calma i cavoli.
Non ho fatto un orto molto grande, è di medie dimensioni ma, secondo me, quest'anno è ben ottimizzato senza dispersioni e, soprattutto, l'ho impostato in modo che mio marito non tagli inavvertitamente le piante quando taglia l'erba perché l'anno scorso ha tranciato a metà la zucca, i cetrioli, i peperoni e alcuni pomodori...
Il problema era che l'anno scorso ha piovuto tantissimo e l'erba ha preso il sopravvento nei bordi dell'orto confondendosi con alcuni ortaggi.

Sto anche continuando a fare le conserve! Ho preparato una buona marmella di fragole con la menta e ora vorrei cercare qualcosa di davvero sfizioso per conservare qualche verdura di stagione come ad esempio fagiolini o piselli.

Non mi stufo di tutto questo. Vorrei continuare a fare l'orto e conserve per giorni e giorni, mi diverto moltissimo.

Vorrei anche restaurare un mobile di cui avrei bisogno per cui sto pensando di andare da un rigattiere e recuperarne uno.
A me piace restaurare mobili.

In questi giorni sono continuamente colpita da quanto stia crescendo mia figlia.
Negli ultimi mesi sono aumentate le sue capacità logiche e lessicali e mi sorprende con temini davvero difficili o ricercati o con ragionamenti sempre molto simpatici.
E' uno spasso.

Ultimamente è sempre più semplice stare con lei perché sta imparando ad essere sempre più autonoma ed essendo aumentate anche le sue capacità di riflessione, se ne esce con pensieri divertentissimi e inaspettati.
Quasi sempre pensa qualcosa di assolutamente impensabile per un adulto, eppure perfetto.
Dopo un secondo che sono con lei inizio a ridere.
Mia figlia è con me da poco più di 2 anni ma non mi sono mai veramente arrabbiata con lei.
Non ci riesco, non mi fa arrabbiare!
Io la capisco sempre, non c'è niente di ciò che fa che mi faccia davvero arrabbiare.

L'altro giorno ero con le mamme di due sue amichette. Una mamma ha detto che vorrebbe avere un altro figlio ma siccome non arriva stava pensando di adottarlo.
Poi ha detto che temeva però di fare poi differenze fra il figlio adottivo e sua figlia biologica.
Nel dire questo ha guardato l'altra mamma che ha fatto un cenno di consenso, visto che lei certamente poteva capire cosa intendesse.

A me è venuto da ridere perché mi interessa davvero poco spiegare l'amore viscerale che provo per mia figlia, ma capisco molto bene il preconcetto.
Anche io potrei dire che un figlio che nasce dopo un'ora d'amore, per caso, non è neanche paragonabile alla mia epopea per raggiungere mia figlia... Ma ciò perché il bene che si vuole ad un figlio non è descrivibile. Prima di diventare mamma io non avrei mai potuto immaginare questo modo di amare così radicale e quindi è assolutamente plausibile che una mamma biologica pensi che il mio amore per mia figlia non sia paragonabile a quello che lei prova per sua figlia biologica... perché è qualcosa di talmente profondo che solo vivendolo lo si capisce. Io prima non lo sapevo, lo immaginavo ma non c'ero arrivata neanche lontanamente vicina, pur non facendo altro che pensare a mio figlio.
In pratica, è plausibile che una mamma non adottiva immagini che io ami mia figlia meno di come lei ama la sua, o che io senta meno affetto o non quel tipo di amore assoluto.
E invece si sbaglia ma io non potrò mai dimostrarglielo.
E non mi interessa neanche di farlo.

In questi giorni, in due occasioni, sono entrata in due negozi e stavano sparlando di persone cinesi. In un caso una signora stava facendo tutto un panegirico in un'edicola dove io e mia figlia stavamo cercando alcune figurine ed eravamo girate di spalle. Nell'altro caso un signore prendeva in giro i cinesi dicendo che non era possibile che usassero loro un certo aggeggio (made in china) perché troppo grande e loro sono minuti.
Anche in questo caso non ci avevano visto.
Poi in entrambi i casi hanno visto mia figlia che, sebbene abbia tratti inequivocabilmente orientali, quando è con me confonde.
E quindi entrambi sono rimasti fra l'imbarazzato e l'interdetto.

E io ho pensato a quando mia figlia sarà adulta e ai preconcetti che l'anticiperanno e la seguiranno.
Io lo sento questo strappo forte che crea l'adozione internazionale. Sento che mia figlia è un pesce fuor d'acqua per il suo aspetto e anche se è italianissima è spesso difficile, per gli estranei, connettere l'istinto di ciò che vedeno con quello che potrebbe essere.
Come la signora della lavanderia che parlando della prima comunione si è inceppata chiedendomi se lei l'avrebbe fatta... a ma forse lei non la fa... a si eh..
insomma, per un attimo si è confusa come se mia figlia fosse vietnamita e non italiana.
Ed è normale, io la capisco.

E intanto un giorno una sua amichetta le ha chiesto dove sono i suoi genitori, e quando mia figlia ha indicato noi lì davanti, la sua amica le ha chiesto: Non loro, gli altri.
e mia figlia non ha risposto e poi alla sera, quando ne abbiamo parlato, lei mi ha detto che non lo sa i nomi di questi altri genitori e che la prossima volta glielo chiederà lei alla sua amica dove sono i suoi genitori e quando la sua amica le risponderà continuerà a chiederglielo.
ma intanto alla notte si è fatta la pipì addosso e non capitava da almeno 10 mesi.

Io lo sento lo strappo dell'adozione internazionale e lo sento nella mia pelle cosa significa essere un'italiana con gli occhi a mandorla.
Mi piacerebbe che la gente vedesse solo quando sono belli i suoi occhi e pensasse solo che i genitori sono coloro che amano e aiutano a crescere, ma non è così e io lo capisco.
A volte si capiscono anche le cose che possono essere dolorose o quanto meno fastidiose.
Non ho una formula per insegnare a mia figlia a non soffrire di queste curiosità, io spero tanto che anche crescendo abbia un carattere positivo, solare e ironico. Per riderci su perché, davvero, una bella risata vale più di molte parole.