laurea

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xx

lunedì 25 giugno 2012

Calma.

Non voglio più arrabbiarmi al lavoro.
Non voglio più arrabbiarmi al lavoro.
Non voglio più arrabbiarmi al lavoro.

Io soffro di Ira.
Nel senso che mi arrabbio. Sono un’ariete ascendente leone e quindi quando mi arrabbio mi arrabbio tanto.
Per anni ho lavorato per gestire la mia ira, per  tenermi sotto controllo.

Ci riesco con ottimi risultati nella vita privata ma al lavoro, dopo anni in cui ero davvero migliorata, ultimamente sono tornata ad arrabbiarmi molto.
Certo, sono mesi che sono sotto pressione ma io non voglio arrabbiarmi.

L’Ira non serve a niente tranne a mettere chi si arrabbia sempre nella parte del torto perché le modalità non sono più civili.

Quindi, devo tornare a controllarmi.

Avevo lavorato tanto in questo senso nella mia vita e ora mi sento punto e a capo!

Devo assolutamente tornare a migliorare perché non voglio arrabbiarmi e non voglio stare male per il lavoro.

Cambiando argomento… Quest’anno non abbiamo soldi per andare via in vacanza e, oltre a questo, io mi sento oppressa ad andare in vacanza senza mio figlio.
Non ho più voglia della vacanza con mio marito e basta, è come una fase della vita passata…
Verso i 50 anni ci tornei ai viaggi on the road solo lui ed io ma ora basta… ora vorrei mio figlio da accudire.
Avevamo pensato di portare Bella con noi al mare ma quando ci penso mi sembra di portarmi dietro il cane perché non ho un figlio…
Probabilmente, se avessimo un figlio, la porterei lo stesso ma così, senza bimbo, mi sembra che sia un sostituto.
Sono ingabbiata in questa situazione senza via di uscita.
Provare per credere. Anzi, non lo auguro a nessuno.
Incredibile!

mercoledì 20 giugno 2012

La dura attesa...

Ci sono dei giorni in cui questa situazione adottiva è opprimente.
Mi sembra che la vita mi ingabbi e che io non riesca mai a spiccare il volo.
Di fatto è così, per rendere l’idea, è come se una persona fosse incinta da quasi 4 anni…
L’adozione è un percorso che può essere durissimo, innaturale, cattivo e ingiusto.
Io, al momento, sono in questa situazione.

Non ho neanche degli aggiornamenti, si naviga a vista. Qualche passo avanti nel nulla del Vietnam e i passi che, con il mio ente, avevamo concordato con la Cina ma ci vuole tempo…
Tempo di attesa nella speranza che qualcuno, che non si sa chi sia, in qualche posto, che non si capisce più bene quale sia, decida qualcosa che ha a che fare con noi e la vita di nostro figlio.

Un percorso insensato che a volte opprime.

Vado avanti, comunque vado avanti.
Cerco di sorridere ma non ci riesco sempre perché vorrei volare e non posso.

Vorrei avere il part time, sono stanchissima di lavorare in questo modo. La mia azienda chiede moltissimo ai propri dipendenti, io sono davvero stanca.
Sogno il part time per avere il tempo di studiare per gli ultimi esami e per avere il tempo di sentire il vento o vedere il sole invece che i muri di un ufficio.
Eppure, fino a che, chissà quando, non arriverà questo bimbo, è una scelta sbagliata perché avrò bisogno di soldi durante la maternità e una maternità con stipendio in part time non riuscirei a gestirla.

A tratti, è tutto molto difficile.
Devo riuscire a non pensarci perché pensarci è inutile. Per ora è così.

martedì 12 giugno 2012

In Salento

Sono nel Salento, per lavoro.
Mi hanno mandato qui per una settimana.
 
Sto succhiando il nettare di questa terra nei limiti dei tempi a disposizione.
Alloggiamo in un agriturismo con un agrumeto immenso e con gli ulivi... gli ulivi...
Ovunque sono enormi, bellissimi, maestosi. Sono antichissimi e quando ci spostiamo in macchina sembra di viaggiare nei secoli.
E' increbile.
Ammetto che questa forza mi affascina e mi spaventa, come qualcosa che va oltre.
 
Il resto è splendido, mangiamo benissimo, siamo arrivati sabato prestissimo per farci il fine settimana di pura vacanza, sto bene con la mia collega che è anche un'amica e penso a casa dove piove da giorni, a Bella che fa dei buchi enormi in giardino e a mio marito che sta diventando matto a pulire il pavimento del giardino che diventa un mare di fango...
Penso all'auto di mio marito che si è fermata, a lui che arriva tardi dal lavoro, al mio micio e all'altro mio cagnolino che è un soldo di cacio ed è così affettuoso...
 
Li penso da qui dove se guardo fuori dalla finestra vedo i tetti piatti delle case che sembra di stare in un paese africano.
 
Qui è tutto lontano, mio figlio o mia figlia sembrano ancora più lontani, tutto è rarefatto.
 
Si aspetta come questi ulivi, oppure, si vive come questi ulivi.