laurea

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xx

mercoledì 28 settembre 2011

Orbene, qui bisogna darsi una mossa.
Una svegliata, un bel calcio nel sedere se serve.
L'importante, è fare qualcosa.
 
Fare qualcosa contro questa depressione che mi assale.
I sintomi sono questi:
Io sono in uno stato di  normalità, ovvero, ad esempio, sono in mezzo ai colleghi che faccio la pausa caffè.
Il momento è sereno, si chiacchiera del più e del meno e pure io dico la mia.
Poi ad un certo punto due colleghe iniziano a parlare dei loro figli, e io ho un bimbo di 16 mesi, e io ne ho uno di 13 anni, e il mio fa così e il mio fa cosà.
E io, che di solito mi coinvolgo parlando dei miei nipoti o di cose che so che ho letto negli innumerevoli libri sulla genitorialità o sui bambini che io ho letto mentre loro facevano le mamme, dicevo, io, improvvisamente, inizio a piangere.
Così, senza apparente motivo.
Visto che è talmente improbabile questo evento che i colleghi non ci possono credere, io faccio finta di niente e ricaccio indietro le lacrime e magari dico pure una battuta e così pensano che siano le lenti a contatto o che ne so.
Ecco, mi capita così.
 
Oppure mi capita che sto andando in una riunione importante e tutti parlano di ciò che si dirà o si farà e magari il mio sarà un intervento importante per dire, chessò, uno stato dell'arte di una certa situazione, e io, mentre vado alla riunione in mezzo a tutto questo parlare, mi metto a piangere.
E anche qui nessuno se ne accorge e io magari dico qualcosa che c'entra con la riunione ma non con il mio stato d'animo e tristissima, vado verso la riunione per essere, per fortuna, coinvolta in tutto il bataclan.
 
Oppure capita che io mi svegli piangendo pensando a sto fatto che non sono a casa in maternità, oppure che vado a fare la spesa e mi fermo in mezzo al supermercato dove vendono pappe per bimbi...
Capita così, all'improvviso.
Un moto che non conoscevo e che mi assale.
 
Poi tutto ritorna normale, io riprendo come sempre, ne parlo poco, solo qui nel mio blog, neanche con gli amici, evito proprio l'argomento (non che fosse poi così amato da chicchessia mi  è sempre parso).
Solo che adesso questo dolore da mancanza di bambino che ho dentro esce all'improvviso, esce quando meno me lo aspetto.
 
Quindi mi devo dare una mossa.
Non so bene cosa perché più impegnata di così non riesco...  studio e lavoro e poi adesso i miei genitori stanno diventando anziani e davvero richiedono tantissimo tempo fra diabete, cadute, operazioni, medicine, visite mediche...
Quasi ogni mese devo chiedere almeno un giorno di permesso per loro, per portarli da qualche dottore.
E poi mio marito con i suoi impegni che mi coinvolgono, e la casa, e i miei animali...
 
Insomma, io arrivo spesso alla sera esausta da tante cose ho fatto. Ma posso fare qualsiasi cosa, qualsiasi cosa, e io sempre sento la mancanza di un bimbo.
 
Devo darmi una mossa.
Devo trovare un modo per non soffrire questa malinconia perchè io non ho voglia di essere triste! Ma davvero!
A me piace ridere, non mi piace piangere all'improvviso!
 
Eppure non ce la faccio...
Mi appiattisco dentro all'ufficio al lavoro grigio, mi appiattisco in questa attesa fatta di impotenza, di incompetenza, di menefreghismo.
Mi appiattisco e invece io vorrei essere come quei libri che quando giri pagina si alzano le immagini.
 
Devo darmi una mossa! Al momento, a mio favore, ce la volontà di tirarmi un po' su. Adesso devo trovare anche qualcos'altro.

domenica 25 settembre 2011

pensieri

Guardavo fuori dalla finestra gli uccellini volare.
Per via del nostro pollaio ce ne sono sempre tantissimi in giardini, almeno 20 o 30 per volta volano via ogni volta che apro la finestra della camera che da sul giardino.

Sono belli gli uccellini, simpatici, si appoggiano sui rami del melograno e poi sulla tettoia del vicino e alla fine si appollaiano nel melo davanti a casa e aspettano che io rientri per ritornare a mangiare il grano nel pollaio o, forse, per tornare a casa perché il nostro orto è ormai la loro casa.
Alcuni più timorosi aspettano nell'ortensia, nascosti dalle foglie che ora non sono neanche più tante per via dell'ultima grandinata.

Mentre li guardavo mi sono scese le lacrime agli occhi per me qui sola senza bambino.
Nessuno può capire cosa prova una donna che desidera essere mamma e non lo è, nessuno può capire questo desiderio irrealizzato che è ciò di più naturale nella vita di una persona.

Oggi sono da sola a casa, sono qui che dipingo i mobili della cameretta perché è davvero ora di riordinare la camera visto che per dipingerli l'abbiamo messa a soqquadro e non riusciamo più a muoverci. Sono qui che dipingo pensando per chi sto dipingendo questa camera, per quando servirà. Potrebbero volerci ancora anni.
Ancora anni...
In certi momenti, come questi, la desolazione prende il posto di tutto. Sono come paralizzata dalla malinconia, dalla solitudine.

A volte mi sento incapace, inadeguata, mi viene da pensare che nessuno impiega così tanto per adottare un figlio. Il fatto che dalla nazionale non ci abbiano chiamati mi fa sentire come una coppia di serie B, come se non andassimo bene. 
Questa situazione è molto triste e io non riesco ad uscirne, ci vorrebbe un miracolo. Ecco, ci vorrebbe un miracolo.
Ma per farlo ci vorrebbe un Dio...

giovedì 22 settembre 2011

CE L'HO FATTA!!!

Ce l'ho fatta!!!
Ho passato l'esame!

Sono esausta e molto contenta. Molto esausta e molto contenta per la precisione!

Il voto finale è solo un 20, dall'orale mi ha datto tutti e 3 i punti che poteva darmi e io sono contenta, va benissimo e questa volta sono passata proprio per il rotto della cuffia!

Per la primissima volta, dopo un esame, ho letteralmente buttato nell'immondizia le dispense del professore! Terrò il libro che avevo acquistato ma delle sue slide e le sue dispense non me ne può fregare di meno.
Questa volta, davvero, non ho amato l'argomento (informatica) e spero di liberarmi presto da questa stanchezza dovuta anche allo sforzo di studiare una materia che non mi piace.

Oggi ho fatto di tutto e di più e sarebbe davvero troppo lungo raccontare... Ho già recuperato quasi tutti i libri del prossimo esame che sarà a Novembre (storia del museo), sono andata a iscrivere mio marito all'università (il centro immatricolazioni è esattamente alla parte opposta della città rispetto all'ateneo), ho portato a casa 4 ragazzi rimasti a piedi perché hanno improvvisamente soppresso un treno per la mia città e io, per fortuna, fino ad un certo punto ero andata in auto.

Oggi questa Italia mi è sembrata davvero malandata...
In ateneo (che è davvero una delle università più affollate d'Italia con davvero tante facoltà), non c'era la carta igienica, il pc nella biblioteca era tutto scassato e con il mouse rotto, in biblioteca c'erano i secchi per terra perché piove dentro...
Al ritorno avevano soppresso un treno senza dare né anticipazioni né motivazioni, lo speacker della Trenitalia ha detto: treno xxxx oggi soppresso.
...
In auto due ragazze mi raccontavano che erano andate a dare un esame ma che questo esame era costituito da 2 scritti separati relativi a 2 corsi diversi perché con la riforma dell'università alcune facoltà hanno accorpato i professori così si riceve un solo voto ma si seguono più corsi, ognuno con un professore e un programma diverso... Il voto finale è la media dei due voti parziali ricevuti.
Insomma, il classico metodo all'Italiana per fare funzionare le cose...

Questo paese oggi mi è sembrato molto arretrato, vecchio, senza la voglia di andare avanti, senza una certa "freschezza" che caratterizza paesi attualmente più poveri ma che credono nel futuro.
Fra qualche anno sentiremo le conseguenze di questa arretratezza, di questa cultura del "guardo il mio orto", di questi discorsi razzisti e chiusi di secessionismo, di paura del diverso, di nessun investimento nella cultura, di tanta illegalità impunita.

Povera Italia.

martedì 20 settembre 2011

errata corrige! ho passato lo scritto!!!

150713 -17- ammesso

Ecco cosa vedo scritto in questo momento sul sito dell'università!
sono ammessa all'orale con un misero 17 ma SONO AMMESSA!!!

Non ci credo!!! Ho pianto tutto il giorno! HO PIANTO TUTTO IL GIORNO!!!!
NON CI CREEEEDOOOO!!!

Dunque, con 17 non passo l'esame ma posso aumentarlo max di 3 punti e quindi passarlo!
Ok, domani devo riorganizzare la giornata che non sarà la giornata della depressione più totale ma quella della speranza!!!
OMAMMAAAAA!!!!

Calma e sangue freddo.. omammaaaaaaa!!!

Bon, vado a dormire e cerco di capire come sia possibile. Evidentemente avevo risposto giusto a qualche domanda.
Confrontando gli esiti degli ultimi appelli il prof è stato più di manica larga, questa volta ne ha ammessi pochi meno rispetto alla metà, di solito erano solo un terzo.
Non so, comunque sia, sono dentro per l'orale e io punto ad un 18.

calma, calma...

non ho passato l'esame

Non è andata bene.
Con quasi ogni probabilità, non ho passato lo scritto.
Avrò l'esito domani (il prof dice entro mezzanotte di domani...) ma è impossibile abbia passato questo scritto.

Ho pianto fino adesso da questa mattina a mezzogiorno che è terminata la prova... e con questo intendo dire che ho pianto come una fontana anche durante la mezzora di camminata dall'università alla stazione e dentro al treno...
Alle persone che mi guardavano avrei voluto spiegare che stavo piangendo per una cavolata, perché ci sono cose ben più gravi che non passare un esame... ma intanto non riuscivo a far altro che piangere...

Ho pianto dal dispiacere ma sopratutto per la rabbia.
Rabbia perchè, a parte una domanda, sapevo tutto e lo sapevo anche bene...

Il professore ha inventato una prova che consisteva in circa 15 domande in 15 minuti esatti d'orologio.
Io con il fiato sul collo fatico a ragionare.
Le domande erano semplici, bastava avere studiato, ma, in molti casi, prevedevano dei calcoli.
Calcoli semplici ma se si entra nel panico per la paura di non riuscire a finire si perdono minuti preziosi.

E poi c'erano domande stronze che ti costringevano a perdere il minuto di tempo per pensare a cosa intendesse il prof.
Facciamo un esempio.
1 Mbyte corrisponde a:
meno di 1000 kbyte
più di 1000 kbyte
uguale a 1000 kbyte

dunque, 1MB sono 1024KB, che sono più di 1000 Kb ma è anche vero che, convenzionalmente, si dice 1 mg = 1000kb 
E' chiaro che la domanda è posta per sapere se sappiamo quanto è un Mbyte ma...quindi, come si risponde?
In 15 minuti di tempo non si ha materialmente il tempo di alzarsi, andare dal prof e chiedere cosa intendese..
Quindi ci pensi un po' su anche se sai la domanda, il minuto passa... poi alla fine ho deciso di inserire uguale a 1000kbyte scrivendo accando: 1mb = 1024 kb, giusto che capisse che sapevo.

Ma intanto il tempo scorreva...
Un esercizio era una stronzata pazzesca, dovevamo rappresentare tramite pathname il percorso per arrivare ad un file. Come se nel nostro pc ci fossero più cartelle e dovessimo scrivere come si arriva ad un certo punto.
Quindi, per arrivare al file FOTO PLOTINA.jpg io magari ho un percorso del tipo: E:\\tutte le foto\foto del mare\ fotoplotina.jpg
Peccato che il prof abbia rappresentato graficamente questo percorso in un modo assurdo, molto diverso da come rappresentato in genere nelle sue dispense, nelle sue slide, nel libro di testo...
Quindi io ho dato la risposta giusta poi ho pensato che rappresentato in quel modo fosse un altro percorso e che una delle cartelle non fosse una sotto cartella... eppure, rappresentanto così... eh no, però è cosà... e intanto il tempo passa e dai, dai, dai 'sta risposta, ma si sarà così....altrimenti avrebbe disegnato cosà, ma perché non l'ha disegnato come sempre?
E alla fine si impiega più del minuto e, in questo caso,ho perso tempo e ho sbagliato una risposta che sapevo benissimo... tanto più che al lavoro. con il pathname, raggiungo file nascostissimi dentro a server composti da decine di cartelle una dentro all'altra....

E così via.

Ma... perché, perché, perché ci ha dato solo 15 minuti! Ma perché?
Io non capisco certe cose, davvero non le capisco!
Perché non lasciare il tempo di rileggere qualche domanda, di rifare un calcolo, di capire bene... ma perché?

Dietro di me una ragazza era al 5° tentativo di passare l'esame, la ragazza di fianco era al 2°, una ragazza è svenuta durante l'esame, un'altra piangeva appena usciti (e non ero io che ho iniziato appena uscita dall'ateneo...).
Un disastro.

E' il primo esame che non passo e sono al 5° anno di università (per me che sono iscritta in modalità "part-time" significa essere assolutamente giusta con gli esami), era il 16° esame e me ne mancano solo 5 (questo compreso), non ho mai preso un voto inferiore al 24... insomma, sono una che studia e ci tiene...
E' accaduto quello che ho sempre temuto. Io ho studiato ma, per qualche motivo, non riesco a passare l'esame.
Io studio sempre, non vado mai all'esame senza avere studiato ma tutto non si sa mai e poi ci sono moltissime variabili.
Ecco il caso. Un esame in 15 minuti...

Il professore ha detto che entro domani sera avremo gli esiti, con un 15 si passa all'orale. Ovviamente dovesse succedere il miracolo di avere un 15 mi presenterò per l'orale, ma non accadrà perché soprattutto gli ultimi 5 minuti sono andata completamente in tilt (da che ha detto: mancano 5 minuti!) e ho sbagliato completamente 3 domande su 4 che componevano un esercizio SEMPLICISSIMO!

Sono arrivata all'esame esausta, la scorsa settimana mio padre è caduto da una scala, sta bene, non si è rotto niente ma siamo andati all'ospedale diverse volte perché, comunque, è andato in blocco intestinale a causa della botta. Ho passato ore al telefono con mia sorella, mio padre, mia madre in tutto il resto del tempo in cui non ero all'ospedale per capire come fare anche perché lui si è lamentato tantissimo per 5 giorni.

Oltre a questoè  morto un mio zio che non vedevo da 10 anni ma era marito di una sorella di mia mamma e non potevo non esserci, ho corso come una matta dappertutto a scarrozzare mia mamma e mio padre e alla fine ho rubato tempo allo studio e, soprattutto, stamattina ero esausta e non ho retto lo stress.
Mia madre oggi non mi ha chiamato per chiedermi come è andato l'esame.
Credo che ci sia un problema, si chiama egoismo della terza età e temo che i miei genitori ne siano un po' affetti.
Correrò ai ripari per occasioni future.

Detto questo, a me resta questa grande delusione.

Non è che un esame non passato, però per me che lavoro è davvero dura digerirlo e poi, sinceramente, lo studio fino ad ora era l'unico ambito da cui ricevevo qualche soddisfazione...

Va beh, capita. Speriamo che capiti anche qualche cosa bella prima o poi. 

giovedì 15 settembre 2011

ci siamo quasi a sto esame

Eccomi a pochi giorni dall'esame.

Oggi mi sono fermata al lavoro per studiare e quando ho ripreso il lavoro mi sono dovuta andare a lavare la faccia perché per poco non mi addormentavo.
Questo la dice lunga sul mio stato di stanchezza.
Questa sera avrei voluto chiudere il programma di studio ma non credo che ce la farò, penso che terminerò sabato mattina (perché domani è prevista una giornata di completo stacco dallo studio per cercare di riprendermi almeno un po').
Sabato e domenica, comunque, saranno dedicati al ripasso cercando di memorizzare alcuni passaggi legati ai calcoli sulle immagini digitali (peso, volumi, ecc) e alcuni passaggi del libro che non ho più guardato dopo la fase di "lettura-sottolineatura" limitandomi a studiare i riassunti riportati nelle slide del professore.

L'obiettivo è un 18, non mi interessa altro che passare l'esame e andare avanti.
Questa volta potrebbe già essere pericoloso lo scritto perchè se arrivo all'esame stanca come ora e se devo concentrarmi per alcuni calcoli, rischio di sbagliarli per distrazione piuttosto che per non conoscenza...

Mi sembra di vivere come se fossi due persone separate.
Una è il mio corpo, stanchissimo, devastato, che sogna solo il vero riposo.
L'altra è la mia mente che non si ferma e cerca di ricordare, imparare, ragionare.

Se mai passerò questo esame non sarà un gran che, questa volta non ho studiato molto, oggettivamente.
Ho iniziato tardi, non sono mai riuscita a studiare dopo cena, mi sono fermata a studiare a pranzo poche volte...
Ho studiato il sabato e la domenica, tutti i giorni prima di cena e ho cercato di ripassare quanto studiato in qualsiasi momento della giornata (se mi sveglio di notte, se mi fermo un attimo al lavoro, mentre mangio, mentre guardo un film... ogni tanto mi pongo una domanda del tipo: come si chiama l'istruzione css per indicare c l'altezza delle varie linee di testo?  Si chiama line-height -ma non me lo ricordavo, sono andata a vedere...-)
Una cosa del genere insomma. In sostanza, sono abbastanza ossessionata, questa è la verità.

Capisco una ragazza che ho incontrato l'altro giorno, anche lei studentessa, anche lei lavoratrice full time (ma lei non è sposata e diciamo che se non cucina o sistema la casa qualcuno lo fa per lei), comunque, una persona simile a me, e mi ha detto che quest'anno ha fatto le ferie studiando e io la capisco... si arriva ad un punto che l'unica cosa che si desidera è FINIRE!
Se mai riuscissi a passare questo esame me ne aspetterebbe un altro a novembre e poi, 3 il prossimo anno e avrei finito con gli esami, dovrei solo dare il FIRST di inglese (cosa non da poco per me) e questa BENEDETTA tesi.

Si vedrà.
Nel frattempo, ora vado a studiare.

lunedì 12 settembre 2011

risate di bambini

 In questo post vorrei parlare dei bambini, di come sono imprevedibili, di come sanno sorprenderci, riempirci di amore e, soprattutto, di come sanno farci RIDERE!
Io rido tantissimo con i bimbi che amo! Per me è uno spasso stare con loro, sono troppo simpatici!
Prendiamo ad esempio il disegno qui di lato!
Questo disegno io lo trovo strepitoso!
L'ha fatto la Tostacinesina, le due figure ai lati destra e sinistra rappresentano me, la figura al centro (con il cuore in testa, come lei stessa mi ha precisato quando me l'ha regalato), è mio marito!
Ma cosa si può fare davanti ad un disegno così!
E' troppo bello! Uno già ride appena lo vede! E poi, oggettivamente, CI ASSOMIGLIA!
  
C'è un'immagine che mi ricorre in testa molto di frequente che è quella dei miei due nipotini l'Intelligenteilmiopreferito e lo Scalmanatoammaliatore che mi fanno una sorpresa e mi aspettano fuori dall'ufficio!
Loro sono eccitatissimi e appena mi vedono mi corrono incontro abbracciandomi! Poi mi chiedono di tutto sul mio lavoro!
Ad un certo punto l'Intelligenteilmiopreferito mi chiede: ma lo zio che lavoro fa?
Lo sa che lavoro fa ma ho capito che i bambini focalizzano le cose in modo diverso a seconda dell'età e la stessa informazione fornita in età diverse riveste diverso significato.
In questo momento lui stava davvero "capendo" e quindi mi ha posto la domanda.
Io gli ho detto il lavoro di mio marito che, per un bambino, mi pare un po' noioso... così ho aggiunto che lo zio è anche maestro di boxe.
  
Mio nipote ha acquisito l'informazione e dopo circa mezzora, in un momento in cui si parlava di tutt'altro, mi chiede: Zia... ma come si gioca a boxe?
E' stato troppo forte!
  
Oppure, lo Scalmanatoammaliatore  (che un po' balbetta) che mi chiede (guardando il palazzo in cui lavoro e dopo che gli avevo spiegato che il mio ufficio era all'ultimo piano): ma ma ma, ma pecchè tu lavori proprio così in alto?
  
Oppure, ieri che l'ho chiamato perché oggi è il suo primo giorno di asilo e anche il suo compleanno, gli ho chiesto: "allora, domani, quanti anni compi?" e lui:"TRE! ...uno... due...TREEEE!!!!"
  
Ma ancora, ho un'altra immagine nuova che mi riempie il cuore.
Si tratta di un evento di questo sabato.
Sono andata ad un matrimonio in cui c'era anche la mia figlioccia, la Determinata.
Durante la giornata non si è mai staccata da me o da mio marito anche se di lui è letteralmente innamorata arrivando a dirgli, ad un certo punto della serata: "sai quale è stato il momento più bello oggi? Quando ho ballato con te...".
Comunque, durante la giornata, non si è mai parlato di figli miei, di adozione, di niente che riguardasse la mia eventuale progenie (lei ovviamente sa che noi adotteremo un figlio). Alle 11 di sera, nel pieno dei festeggiamenti, quando ormai seduto non c'era più nessuno e stavamo tutti ballando e cantando e quando io, proprio io, avevo in mano il microfono e cantavo con altre persone "Una carezza in un pugno", mentre la tengo davanti abbracciandola all'altezza del collo come si fa con i bimbi più piccoli mentre si guarda avanti (nel nostro caso, il video del karaoke), lei si gira, mi abbraccia forte, mi guarda da sotto in su e mi urla: "ZIAAAA ZIAAAAA... MA PERCHE' TU NON HAI UN BAMBINOOOO????"
  
Ho scostato il microfono e le ho risposto:" Te lo spiego dopo...".

...
Poi avrei voluto parlargliene ma davvero non era più il caso, alla prima occasione le spiegherò della mia pancia che non funziona bene e del bimbo che sta nascendo nel mio cuore. 
  
E così, questi bimbi, mi scaldano il cuore.

venerdì 9 settembre 2011

tanto si deve andare avanti...

In certi casi non c'è niente da fare.
Bisogna andare avanti perché la vita funziona così.

La situazione in Vietnam pare essere veramente grave, nonostante i buoni propositi non sembra che ci sia la struttura, la capacità, le risorse per attuare la nuova legge.
Gli enti "sparano" date e devo dire che il mio ente non sta mettendo altre coppie in Vietnam come invece fanno altri enti italiani, a mio avviso, forse con un eccesso di ottimismo.
E' anche vero che il fatto che vengano accettate nuove coppie per il Vietnam è un aspetto che può essere visto positivamente. Ma è anche vero che ho potuto toccare con mano, in tutti questi anni, come funziona il mondo delle adozioni e come gli enti, in molti casi, si "strappino" letteralmente di mano le coppie.
Piuttosto che perdere una coppia la mettono in un paese fermo...

Le liste dei bambini adottabili vengono fornite con il contagocce, i bambini segnalati sono pochissimi (a fronte di istituti pieni zeppi) e pare si stia giocando una lotta di potere di cui noi qui non ci capiamo proprio niente (o, per lo meno, io non ci capisco proprio niente).

Oltre a questo, negli ultimi mesi è avvenuto un cambio di vertice nel mio ente e il nuovo direttivo (in essere da fine aprile), viene sostituito da quello vecchio.
Tutti 'sti giri di potere non giovano ad una situazione delicata come quella in Vietnam in cui, a mio avviso, è necessaria una presenza sicura e determinata dell'ente.

In buona sostanza, io sono convinta che per ora l'adozione sia lontana milioni di miglia.
E' incredibile tutto questo e se lo focalizzo mi viene una tristezza indicibile...

Mi rendo però conto che abbattersi non serva, devo cercare di reagire.

Andrò per passi.

Passo n. 1: passare l'esame il 20 e 22
Passo n. 2: cercare di parlare con il mio ente, eventualmente, di un cambio paese
Passo n. 3: iniziare subito l'esame successivo che voglio dare a novembre in modo da non perdere tempo.
Passo n. 4: continuare a cercare casa
Passo n. 5: iniziare a convincermi che non diventerò mai mamma oppure che potrei diventarlo fra 5/6 anni e, nel frattempo, riuscire a vivere con il sorriso e soddisfatta della mia vita.

Il passo 5 è l'aspetto più difficile.

Potremi morire giovane e quindi non si porrebbe il problema (questo lo dico a fronte delle ultime paure che mi sono sorte), se morirò vecchia potrei essere felice di vedermi così:
Davanti alla mia casa, un cascinale non troppo grande, ristrutturato. Con 4 o 5 gatti, 3 cani, un asino.
Seduta sul limitare della porta che guardo l'imbrunire dopo avere abbeverato i gerani.
Arriva mio marito dalla passeggiata con il cane e così rientriamo.
Io ho preparato una minestra con le verdure dell'orto e una torta per il dopo cena che verranno i miei nipoti a trovarmi con i loro bimbi.
Passiamo una bella serata e prima di addormentarmi dico a mio marito: buonanotte amore, ti amo. 

Non è male mi pare.
Tutto regge anche senza figli miei.

Il problema, infatti, non è quando sarò vecchia... mi pare che sia adesso il problema, quando mi giro per casa e sento un gran vuoto...

Per questo credo che potrebbe essere utile cambiare casa. Perché nella attuale ci sono state troppe speranze irrealizzate.
Casa nuova, vita nuova!

lunedì 5 settembre 2011

le foto noooooo!

Io odio, odio, odio, odio e ancora ODIO, le serate in cui ci si ritrova incastrati a vedere centinaia di foto di amici appena tornati dalle vacanze!
 
Una volta non era così! Con la macchinetta con rullo kodak si stampavano quelle 60/90 fotografie (o erano diapositive) e ci si ritrovava a guardare qualche immagine con la gioia di vederle e sentire il racconto collegato. Si guardava "qualche" foto e si raccontava, si raccontava, si raccontava...
 
Ora, con le macchine digitali, si scattano anche migliaia di foto per viaggio e, se si finisce in una di quelle serate in cui "venitevifacciamovederelefotodellevacanze" si è assolutamente spacciati!
 
La serata dura un'eternità, si finisce per vedere foto su foto su foto che alla fine a chi non è stato in quel luogo non dicono niente, i racconti annessi e connessi si riducono drasticamente "altrimentinonriusciamoavederletutte" e i due malcapitati che si ritrovano a vedere le foto, COMUNQUE, quando cercheranno di liberarsi, in qualche modo avranno l'impressione di offendere gli amici così contenti di ricordare il bel viaggio.
 
Mio marito ed io ci siamo già ritrovati in alcune occasioni in questa situazione.
Si trascorrono anche ORE a vedere fotografie e siccome si guarda, in genere, un pc o, quando va bene, uno schermo televisivo, e siccome chi mostra le foto è assolutamente perso in ricordi e luoghi, alla fine non ci si accorge che i due invitati sono a dir poco stremati dopo magari la seconda ora consecutiva di fotografie che si vedono per la durata di 5 secondi per passare a quella successiva...
 
Ieri sera, senza neanche accorgercene, ci siamo cascati!
 
Dopo un fine settimana di studio che definirei stoico (perchè non so come altro definire la mia caparbietà a cercare di studiare quando oggettivamente sono stremata e quando anche il mio cervello sta iniziando a non ricordarsi più neppure il mio nome altro che quello di chissà quale registro informatico...), finalmente riuniti dopo il fine settimana di corso per personal trainer di mio marito, ecco che decidiamo di andare a fare una bella passeggiata.
 
All'imbrunire i nostri eroi riacquistano una dimensione quasi umana; a me sta tornando la funzione delle gambe ormai anchilosate e a forma di sedia, gli occhi riiniziano ad aprirsi... mio marito sta liberando la mente e il corpo da esercizi, teorie, nozioni e ci svaghiamo per la nostra mezzora di relax con il cagnetto che corre beato.
 
Arriva una chiamata inaspettata: due amici, mangiamo una pizza insieme?
 
Dunque, a casa nostra la domenica sera è sacra.
Sacra, sacrissima.
Ce ne stiamo noi 4 (marito, io, cane e gatto) a guardare la tele o a fare niente o a leggere e a goderci il relax pre lavoro.
 
Fatto sta che stavolta la stanchezza ci ha giocato un bruttissimo scherzo.
Senza pensare a tutte le variabili del caso abbiamo accettato.
 
Risultato: a mezzanotte e mezza finalmente se ne andavano mentre ormai noi era circa un'ora che non capivamo più quale foto fosse delle 500 viste (davvero 500!)  e  non rispondavamo neanche più con il "bello" quasi d'obbligo...
Il fatto poi che fossero a casa nostra rendeva davvero difficile liberarsi della tortura (voglio dire, non riuscivamo a dire: adesso è tardi, scusate ANDIAMO...) e la loro spontaneità e gioia nel mostrare le foto impediva qualsiasi intervento che definirei... per restare in materia... di INTERRUPT (che nei pc però pare funzioni molto bene...).
 
Mezzanotte e mezza non è molto tardi ma dopo un fine settimana come quello vissuto da me e dal consorte, è stato terribile!
Ricordo un secondo in cui ho visto mio marito con gli occhi rossi dalla stanchezza, i capelli tutti stropicciati perché deve esserseli tenuti stretti nel pugno per gestire lo stress, ho intuito che pensava: cazzo domani devo andare a lavorare! ... e adesso se ci penso rido...
 
Stamattina il mio capo ha provato a venire da me a dirmi qualcosa verso le 9.30, si trattava di un progetto che era intenzionato ad analizzare fin da subito.
Sono stata talmente evanescente che se ne è andato quasi senza dire niente e non è più tornato per tutto il giorno...

sabato 3 settembre 2011

continuo a studiare...

Che fatica, ma che fatica...

La difficoltà di studiare e lavorare è tutta qui, in giorni come questo.

Ho un libro da studiare e alcune dispense, non molto rispetto al solito, eppure tantissimo...
Sarà che sono partita tardi con lo studio, sarà che non mi piace l'argomento (informatica), sarà che ho poco tempo e molte nozioni da imparare, ma alla fine è davvero faticoso. Molto, molto faticoso.

Anche oggi sto studiando il più possibile ma non riuscirò a terminare entro questa sera il programma che mi ero prefissata per la giornata e non riesco a "spingere i motori" più di così...
Se adesso non scrivessi questo post e studiassi sarebbe tutto inutile perché ho bisogno di qualche attimo di riposo per riprendere con più lucidità

Oltre a questo, non riesco a fare quadrare lo studio con gli impegni.

Domani verrà una mia cara amica a pranzo e già è un problema perché non potrò fare come oggi che ho studiato fino all'ultimo e pranzato con un boccone veloce...
Sempre domani i miei genitori torneranno dal mare e vorrei andare a salutarli, ma significa perdere ore preziose di studio...
Sabato c'è il matrimonio di una mia amica e questo proprio non ci voleva perché perdo praticamente tutto il pomeriggio...

E così saltano gli schemi per lo studio perché volevo dedicare tutto il prossimo fine settimana all'html, perché non dovrei perdere una sera questa settimana per andare dai miei... perché non dovrei pranzare con la mia amica...

E invece vedrò la mia amica, vedrò i miei genitori e andrò al matrimonio semplicemente perché non sono eventi derogabili di 20 giorni (data in cui avrò l'esame), perché la mia amica partirà a breve per la Colombia, perché non vedo i miei genitori da quasi un mese e perché al matrimonio siamo solo in 30 invitati e certamente ci tengo ad esserci.

Insomma, perché oltre allo studio ho una vita.

Mercoledi di nuovo starò a casa dal lavoro ma per andare dal professore che mi ha riinviato l'incontro a questo mercoledi, l'orario è assurdo, alle 14.00, quindi non farò in tempo a fare niente perché fra andare e ritornare romperà tutta la giornata...

Comunque, come sempre, io darò il massimo.
Se non lo passerò lo ridarò e va bene lo stesso.

Oggi e domani, poi, non c'è mio marito che è ad un corso per diventare Personal Trainer. Lui è davvero uno sportivo... io sono una ameba...

Prevedo che lunedi sarà molto stanco, non si ferma mai neanche lui... sembriamo due pazzi sempre a fare qualcosa, mai con i tempi per fermarci...
Dobbiamo rivedere i nostri ritmi  ma non si riesce... Avere 38 anni significa poter investire ancora sulla propria vita e così si corre... O, per lo meno, è difficile arrestarsi.

Comunque, con tutto questo studio almeno non penso a mio figlio (o mia figlia... chissà perché, in 'sto periodo mi viene voglia di specificare e di evitare questa convenzione che mi ero data di definirlo/la al maschile per evitare sempre di cambiare genere).
Dicevo, almeno non ci penso è un po' troppo... diciamo che almeno ci penso di meno.

Vado a studiare.
Ho voluto la bicicletta e adesso pedalo.

giovedì 1 settembre 2011

pensieri tristi

Oggi ho dei pensieri molto tristi.

Penso che non riuscirò mai ad arrivare a mio figlio, penso che ho la stessa probabilità che invece di ricevere belle notizie io ne riceva di brutte.
Oggi penso che ho paura di ammalarmi di qualche grave malattia, ho paura di incidenti, ho paura di eventi negativi prima che capiti qualcosa di bello.
Lo penso sicuramente perché sono ancora molto sconvolta per la morte dei miei vicini e poi lo penso perché non mi capitano cose belle da un bel po'.

Lo penso perché la mia speranza di ricevere una telefonata con l'evento che dovrebbe cambiarmi la vita per qualcosa di bello ha la stessa probabilità che avvenga per qualcosa di brutto.
Perchè entrambe le cose si basano sulla FATALITA'.

Perché dovrebbero accadermi cose belle?

Oggi mi sento molto triste perché mi sembra tutto troppo relativo e io mi sento un po' sfigata.

Mancano 2 mesi allo scadere del terzo anno dal momento del deposito della mia richiesta di adozione al tribunale dei minori, e 2 anni in precedenza sono passati per cercare il bimbo dentro alla mia pancia.

Chi legge questo blog lo sa che io vivo ogni giorno con questa speranza che non si realizza mai.
5 anni non sono serviti a farmi cambiare idea ma a rattristarmi e a farmi diventare meno vitale e solare e fiduciosa nella vita questo si.

L'incidente dei miei vicini di casa mi ha spaventata molto, continuo a svegliarmi di notte ricordandoli vivi, con i loro modi gioviali. Penso a quei ragazzi senza genitori, penso a quelle bare uscite da quella casa.
Penso alla madre di lei che si siede per terra nel balcone a fumare la sua disperazione, come una donna sciatta, lei che invece è una signora di quelle che la classe ce l'hanno innata.
Penso a cose tristi, ad eventi negativi. E mi dico che tutto il mio pensare a mio figlio non serve a niente.

Ma io sarò mai mamma?
Gli ultimi 5 anni non mi hanno dato una risposta affermativa.
Sono qui, per ora non mamma.

Penso che questa vita un senso non ce l'abbia. Desideravo essere mamma, ma non ci riesco.
Nonostante tutti i miei sforzi io non ci riesco.