laurea

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xx

mercoledì 17 novembre 2010

In fuga

Oggi ho dato fortait.

Questa mattina mi sono svegliata e ho iniziato a pensare a cosa avrebbe significato alzarmi ed andare a lavorare.
Mi vedevo al chiuso di quel ufficio, davanti alle email, con due o tre grane da risolvere, a parlare con i colleghi, a rispondere al telefono, ad alzarmi quelle cinquanta volte perché il mio capo mi chiama, e mi chiama, e mi chiama.
E ho pensato che, si quelle due o tre grane le avrei risolte in un determinato modo, e che con qualche collega o cliente o fornitore, avrei poi riso o scambiato battute o opinioni che avrebbero reso la giornata vivibile, come sempre.
Ho pensato che alla fine la mattinata vola sempre via velocissima, che il pomeriggio è un soffio e che questa sera poi mi sarei dedicata qualche ora di relax visto che non dovevo studiare né avevo alcun tipo di impegno.
Ma mi sono anche accorta che mi concentravo troppo su uno sgarbo di una collega, o su certe frasi del mio capo, o su come avrei dovuto approcciarmi ad una determinata persona per raggiungere il mio obiettivo.
E allora ho detto no.
Ho deciso che oggi non ce l’avrei proprio fatta e che era ora di ricaricare le pile.
Quindi ho telefonato in ufficio e ho detto che ero stata male durante la notte e che non riuscivo ad andare al lavoro.

Mi sono presa una giornata di riposo perché la mia mente non ce la faceva ad alzarsi dal letto.

Questo tipo di giornate mi capitano quando arrivo al massimo dello sforzo fisico, emotivo e intellettivo. Ciò ogni16/18 mesi, e non c’è niente da fare. Semplicemente, non riesco ad alzarmi dal letto, sento che per poter andare avanti devo fermarmi a riscoprire che la vita è anche calma e quiete e riposo.
E’ come un reset.

I benefici che giornate come queste mi danno sono incomparabili.
Subito dopo aver preso questa decisione ho iniziato a rilassarmi e il mio gatto l’ha capito immediatamente.
I gatti sono animali molto abitudinari, se vivono solo in casa (come il mio), sentono perfettamente tutti gli orari che scandiscono la giornata della famiglia.
E’ molto raro che io non mi alzi dopo che è suonata la sveglia (in genere dopo almeno mezzora), i giorni di malattia che ho fatto negli ultimi 10 anni si possono contare sulle dita di due mani, quando sto male magari ritardo un po’ l’ingresso in ufficio ma ci vado lo stesso.
Sta di fatto che stamattina, quando ha sentito che invece di alzarmi telefonavo a qualcuno, si è precipitato in camera ed è venuto vicino vicino al mio viso facendo le fusa!
Quel birbo del mio micio aveva capito!
Il mio gatto mi segue come un’ombra ma non ama farsi troppo coccolare per cui non viene mai vicino al mio viso quando sono a letto (né io vorrei che lo facesse), se ne sta in fondo ai piedi anche se, per lo più, va a dormire nella sua cesta in cucina.
Stamattina è arrivato, mi ha fatto qualche fusa e poi si è acciambellato in fondo ai piedi.
E io mi sono riaddormentata.

Mi sono svegliata dopo qualche ora, ho letto un po’ e poi mi sono alzata per fare una bella passeggiata con il mio cane (che invece dorme fuori nella sua cuccia).

Quando ha visto che ero ancora a casa e che mi mettevo le pedule per andare a passeggiare non ha capito più niente, anche lui era davvero felice!
Abbiamo passeggiato un’ora e questo era ciò di cui avevo davvero bisogno perché nell’ultimo mese ho vissuto sempre al chiuso, in ufficio o a casa, a lavorare o a studiare.
Avevo voglia di sentire il vento fresco sulla pelle, di toccare l’acqua gelida del torrente sotto casa, di annusare l’odore delle foglie bagnate, di vedere gli spazi senza barriere, di appoggiarmi agli alberi umidi, di ricordarmi che siamo esseri liberi.

E durante la passeggiata ho fatto tutte queste cose ed ho amato, come sempre, le mie montagne che sono la mia forza e la mia fonte.

Il mio cagnolino correva come un matto, si è rotolato nella cacca delle mucche, ha abbaiato alle tane delle talpe, ha mangiato erba e ha seguito tracce e odori che solo lui riconosce.

Ho poi pranzato con calma, ho lavorato a maglia, ho letto, insomma, ho fermato tutto perché ogni tanto è necessario farlo.

Ho di nuovo preso le distanze dalle pressioni della vita quotidiana e ora posso riiniziare prendendo tutto meno seriamente.

Perché non dobbiamo mai prenderci troppo sul serio. Secondo me.
.



2 commenti:

  1. Che bello... brava. hai saputo capire di cosa avevi bisogno e ti sei accontentata, ti sei riguardata, coccolata... ami e rispetti te stessa e io davvero... ti invidio. magari un giorno ci riuscirò anche io... un abbraccio

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  2. più che altro il mio corpo, la mia testa, tutto il mio essere ha detto: no!
    se mai ti dovesse capitare vedrai che anche tu sarai in grado di fermarti...

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