laurea

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giovedì 7 ottobre 2010

Un po' di vacanza

Domani sarò a casa dal lavoro.
Ho deciso di rendere un po' più leggera questa pressione lavorativa (che nell'ultimo anno è diventata davvero intensa), e di prendere spesso un giorno di ferie in modo da ridurre la settimana lavorativa.
Domani, quindi, sarò a casa dal lavoro.

La prossima settimana parte bene con un corso al lunedi mattina che quindi mi terrà lontana dall' "'inferno" (che sarebbe il mio ufficio!) per qualche ora. Giovedi prenderò di nuovo ferie per andare all'incontro presso l'ente a cui ho dato mandato per l'adozione e la settimana successiva, di nuovo, due giorni di corso.

In questo modo dovrei riuscire a sopportare lo stress che mi genera questo ufficio.

Il problema principale è il mio capo. Credo che sia vittima di una strana forma di paranoia ma posso assicurare che le mie giornate lavorative sono perseguitate dalla sua voce stridula che mi chiama tutto il giorno, tutto il giorno, tutto il giorno, sempre, continuamente!
Mi chiamerà almeno, dico, almeno, 50 volte al giorno.

E mi chiama sempre per stronzate.
Il problema è che la sua forma di paranoia si è estesa anche ad alcuni giorni di ferie, soprattutto quelle estive. Dopo un po' gli ho risposto talmente male che è andato in crisi e si è ripetutamente scusato in mille modi.
Adesso adotto la tecnica di chiarirgli molto bene che non ci sono, che se ha bisogno mi trova dal giorno lavorativo successivo.

Però il pericolo è sempre in aguato perchè a volte è più forte di lui.
In buona sostanza, il mio capo è assolutamente incapace di vivere senza una donna che, in qualche modo, si occupI di tutto quello che lo circonda.

Questo è il motivo principale per cui, appena posso, tento la fuga.

Oggi sono quindi molto contenta perché so che domani starò a casa.
Oltretutto, domani potrò dedicare l'intera giornata allo studio.

Dopo aver letto almeno una volta tutti i testi, ora sono alla fase "rilettura con sottolineatura" e "memorizzazione primi dati fondamentali".
Domani la giornata sarà tutta dedicata alla Divina Commedia.
Devo approfondire alcuni canti del Paradiso e già mi pregusto la giornata, tranquilla, nel soppalco, con il mio micio e il mio cane, a perdermi dentro al Paradiso di Dante!

Questa è gioia pura!

Nel frattempo, sono qui al lavoro ma oggi non ho molta testa e penso un po' a tutto e un po'  a niente...

Certamente penso ad una mia amica che attendeva un bimbo dal Vietnam, come me.
Abbiamo condiviso insieme praticamente tutto il percorso da che abbiamo dato mandato all'ente. Mi ricordo i suoi occhi lucidi quando ha saputo che il paese in cui avrebbe adottato era il Vietnam.
Una ragazza molto dolce, una di quelle persone che si trovano raramente, delicata e pura, davvero.

Sia lei che io avevamo aperta anche l'adozione nazionale ma, lei soprattutto, mi pareva che desse davvero poco importanza a questa seconda strada, come se in qualche modo avesse paura di crederci perchè aveva avuto qualche cenno, a volte basta poco... nel mio caso, ad esempio, credo che al Tribunale dei Minori abbiano cestinato la pratica!

La mia amica è stata chiamata per un'adozione nazionale.
Improvvisamente, come capita sempre.

E' stata invitata a vedere il suo bimbo, piccolo, piccolissimo, di una bellezza strepitosa!

E così è diventata mamma e il destino ha seguito un percorso molto diverso da quello che si sarebbe aspettata.

La mia amica una certezza ce l'aveva però... e questo è incredibile...
Continuava a parlare del suo "chicco di riso" immaginando gli occhi a mandorla, i capelli fini e lisci, la bocca piccola e rosata.

E il suo bimbo, che non era in Vietnam ma era qui vicino, è davvero  un bellissimo "chicco di riso", proprio come lo immaginava lei.

1 commento:

  1. L'espressione "chicco di riso" è meravigliosa... probabilmente esiste un sesto senso, la mamma sente il figlio in qualsiasi parte del mondo si trovi, anche se deve ancora nascere magari... E vale anche per te! io credo in queste cose..
    goditi il tuo giorno di relax... un bacione!

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