laurea

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venerdì 15 ottobre 2010

Una settimana difficile

Che settimana di merda!
Ecco, questa è la verità.
Sarebbe un insulto alla mia capacità di sopportazione quello di definire in modo più diplomatico questa settimana.
 
E' iniziata già male, in ufficio dovevamo stendere il budget annuale.
Questa attività è di per sé stressante e con il mio capo alle calcagne lo è ancora di più. Mi fa diventare paranoica e ho ricontrollato quei dati mille volte con il risultato che la prossima settimana, che ho due giorni di corso, dovrò comunque recarmi in ufficio per verificare che, a livello accentrato, non siano stati effettuate modifiche che potrebbero indurmi a variare i dati (opzione detestabile visto il delicatissimo equilibrio che li tiene insieme).
 
La mia collega incinta, mano a mano che è trascorsa la settimana, è diventata sempre più insopportabile perchè sostiene di essere "tremendamente fragile" per cui un giorno è andata a piangere in bagno (senza alcun motivo ma solo, dice lei, per uno sbalzo ormonale), oggi è uscita prima (e meno male!) e durante la settimana si è lamentata ancora più del solito della difficoltà di alzarsi al mattino, della fame, della stanchezza, del freddo, del lavoro...
E siamo solo al primo mese di gravidanza.
 
Mercoledi pomeriggio ho chiesto tre ore di permesso, mi sono fatta (prima all'andata e poi al ritorno) tre quarti d'ora di macchina, un'ora di treno, venti minuti di tram per vedere la professoressa che mi dice che non ha materiale aggiuntivo da darmi per l'esame!
Ma come! Mi ha scritto lei tramite e-mail di recarmi a trovarla che mi avrebbe consegnato il materiale!
Eppure lì mi dice che è sufficiente quanto sono riuscita a recuperare, che va bene così.
 
Incredibile! L'ho guardata basita!
Mi dice che l'esame è stato spostato ma non si ricorda quando... Certamente dopo il 9 novembre.
Bene, dico io, a casa guardererò.
Eh no! Vuole vedere LEI dal SUO pc! I pc in ateneo sono uno schifo... la linea internet è uno schifo... lei è un'insegnante di 60 anni di letteratura italiana e non di informatica... totale: Ho perso 40 minuti per vedere scritto, su internet, che l'esame sarà il 15 novembre!
 
Incredibile!
Sono uscita demoralizzatissima e sono tornata a casa alle 19.00, distrutta.
 
Il giorno dopo di nuovo stessa città ma questa volta in auto per andare ad incontrare l'ente a cui ho dato mandato per l'adozione.
 
E' stato organizzato un incontro ma le informazioni che ci hanno fornito sono le stesse che ho scritto nel post precedente.
Tranne...
 
Tranne dirci che il dossier è sicuramente stato depositato e che siamo incanalati in un posto in cui sicuramente c'è almeno un bimbo che potrebbe essere il nostro.
Ovvero, che negli istituti in cui opera il nostro ente, c'è un bimbo per noi.
 
Che poi questo bimbo ci arriverà non è detto, che alla fine si concluderà l'iter adottivo in Vietnam per questo bimbo magari non lo sapremo mai (molti bimbi vengono lasciati negli orfanotrofi perché lì potranno avere cibo ma non perché i loro genitori hanno deciso di abbandonarli...).
Insomma, c'è una stellina, in Vietnam,  che in qualche modo potrebbe essere quella che cerco io...
 
Ma magari no.
Magari è solo un incontro casuale, di cui neanche ci accorgeremo perché materialmente non avverrà mai.
 
Però questo aspetto mi ha fatto molto riflettere.
Innanzitutto non mi do pace perché non ho colto l'occasione di chiedere alla persona che lavora per il mio ente e che è da poco tornata dal Vietnam, in che condizione ha trovato gli istituti. Non so come io abbia potuto non chiederglielo!
Lei è stata lì, ha visto gli istituti, magari  ha anche incrociato lo sguardo con mio figlio...
E io non gli ho chiesto niente di almeno un po' generico.
 
I bambini sono nutriti? Hanno un luogo in cui riposare tranquilli? Sono puliti? Il personale è gentile?
Non l'ho fatto, concentrata com'ero a pensare a come raggiungerlo.
 
E magari poi non si trova neanche in Vietnam.
La precarietà che caratterizza il percorso adottivo è ancora più tale se si finisce, come nel mio caso, in un paese che sta cambiando normativa.
 
...
La settimana è proseguita male.
In ufficio ho assistito ad una delle tante sfuriate del mio capo verso un povero malcapitato che si è fatto schiacciare come i più (e io non rientro fra questi più...) e ne sono uscita molto amareggiata, dispiaciuta, di tutta questa aggressività che ogni giorno questo uomo mette in campo per fare fronte a questo mondo, certamente molto difficile.
 
Ma l'aspetto peggiore è che mio marito continua a stare male e gli è stata diagnosticata una malattia cronica non grave ma per la quale dovrà curarsi per molto tempo.
Sono così abbattuta per questo fatto...
 
Gli vorrei fare un regalo ma con tutte le spese di questo periodo davvero non è possibile, e quindi non mi resta che andare a casa e fare qualcosa per lui.
 
Anche per lui è stata una settimana molto difficile.
Oggi era a casa dal lavoro perché gli è venuta l'influenza, e gli sta pure crescendo il dente del giudizio con tutto il dolore annesso e connesso.
E la prossima settimana inizierà un nuovo lavoro.
 
A volte è davvero difficile.
 
Eppure io continuo ad avere una gran voglia di viverla ogni istante, ogni secondo, ogni attimo, questo vita spesso così difficile e così dura.
Ma anche, così unica.

4 commenti:

  1. Sai, quando ero incinta pensavo a volte a come sarebbe stato il mio bimbo (all'inizio credevo sarebbe stata una bimba), tuttavia non ci spendevo molto tempo perchè sapevo che poi le cose sono sempre diverse da come uno se le immagina e, in quel periodo, non avevo energie da spendere inutilmente; beh ho fatto bene perchè, quando è nato, il gigantino si è rivelato essere totalmente diverso da come lo immaginavo. Magari è per questa inconscia consapevolezza che non hai chiesto nulla o magari per non soffrire troppo.
    Abbi un pò di pazienza con la tua collega, a volte la gravidanza può fare certi scherzi e il peggio è che l'interessata ne è consapevole per cui il risultato finale assomiglia molto ad una presa in giro, ma non lo è.
    un bacio ciao.

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  2. Grazie sicampeggia!Capisco la mia collega molto bene, la capisco e la sopporto...

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  3. Ciao Plotina... cavolo mi spiace per tuo marito, spero che la cosa si risolva in fretta.
    Ti capisco riguardo all'ufficio... anch'io ho il capo isterico in questo periodo, e una collega pazza più pazza del solito... mi passo le otto ore con il mal di stomaco.
    Cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno, ti hanno comunque detto che ci sono possibilità... magari la vita ti sorprenderà!
    Sai ti ammiro, riesci sempre dare dei finali pieni di positività e voglia di vivere la vita... è una cosa da pochi! un abbraccio

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  4. Grazie! è proprio un bel sito! e poi ha molti link interessanti! grazie.
    ... e poi è un sogno che si avvera...

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