laurea

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martedì 8 febbraio 2011

Che fatica!

Ieri è stata una giornata molto dura.
Siamo stati dal nostro ente che ci ha riunito per fornirci gli ultimi riscontri sulle procedure in Vietnam.
 
Il clima non era sereno e alla fine i referenti non hanno parlato spiegando tutto ciò che forse avrebbero voluto dirci mentre alcune coppie di amici erano molto arrabbiate e quindi si è creata una situazione paradossale in cui i referenti cercavano di difendersi da accuse che non facevano altro che evidenziare crepe nella gestione delle pratiche che poi, alla fine, sono state anche confermate.
 
Io non so più cosa dire tranne che l'unico modo per arrivare a mio figlio è l'ente che ho scelto che, con la mia pratica, sembra si stia comportando correttamente.
 
La referente dall'Italia andrà in Vietnam a marzo/aprile per fare di nuovo il punto della situazione e quindi si tratta del terzo viaggio da settembre ad oggi.
Credo che, quanto meno dall'Italia, escludendo eventuali errori passati, stiano facendo il possibile e la mia intenzione è quella di affidare davvero a loro tutto quello che dovrà essere necessario per raggiungere mio figlio e questo perché, punto primo è il loro lavoro e sanno farlo meglio di me, punto secondo io non ho né la voglia né la forza di occuparmene.
 
Ho deciso di godere di ciò che ho adesso e così voglio fare e devo dire che in questo momento un figlio non mi manca. Da quando per qualche motivo ho girato una chiave interiore che non pensavo di avere, io non ho assolutamente più questa gran smania di avere un figlio.
Ieri ne parlavo con mio marito e dicevo che mi piacerebbe arrivasse un bimbo di 7/8 anni.
Un bambino più grande perchè sono stanca di bambini piccoli.
Ho letto tantissimo in merito, ho vissuto con molta intensità la crescita della mia figlioccia, di sua sorella, dei miei nipoti, dei bimbi di alcuni amici, e ora io sono stufa di bambini piccoli.
Forse, sono stufa dei bambini in generale.
 
Oppure forse sono solo stanca, direi addirittura, nauseata, di aspettare.
Fa lo stesso, il risultato non cambia.
Per ora va bene così.
 
In questo periodo ho riflettuto moltissimo sulla richiesta di part time.
Il discorso di non chiedere il part time per riuscire poi ad andare in maternità con uno stipendio pieno non ha più alcun senso visto il tempo che dovrà ancora passare.
A questo punto, quindi, davvero nulla osta in merito.
Tranne... lo stipendio.
Sta di fatto che con una riduzione di orario avrei uno stipendio più basso (ma dai???) e con tutte le spese che abbiamo attualmente sarebbe una modifica dolorosa.
Sono qui che mi dibatto fra l'incudine e il martello.
 
Da una parte vorrei chiederlo, un part time verticale con la possibilità di stare a casa tutto il venerdi, dall'altra parte mi trattengo perchè mi dico che alla mia età io posso resistere ancora, che lavorare mi coinvolge, che sono nel pieno di una situazione lavorativa che non dovrebbe vedermi ritirare ma che mi dovrebbe vedere andare avanti motivata.
 
Ma io non ce la faccio più a stare così tante ore seduta e al chiuso!
E' una questione anche fisica, soprattutto fisica.
Non ce la faccio più...
E' come se avessi bisogno di aria...
Non ce la faccio più di riunioni, questioni, situazioni.
Avrei voglia davvero di dedicare delle buone ore allo studio, di provare con i miei progetti legati agli studi sul'arte, di seguire la mia casa, di dedicare qualche momento a preparare cena, ad andare a trovare qualche amica con calma, ad avere il tempo.
Il tempo di prendere il fiato da questa corsa alla quale, e questa è la grande verità, non sono più interessate.
 
Vorrei rallentare il ritmo o dedicarmi ad altro. Ho dato troppe ore a questo lavoro e se anche questo è giusto perché è lavoro, dall'altra parte mi dico che, se ho seminato e adesso ho la fortuna di poter raccogliere, sarebbe ora di farlo.
 
E poi torno su sti calcoli e questi euro in meno e a quello che ci faccio con questi euro e alla situazione che si creerebbe.
E allora sono punto e a capo.
Chiedo il part time o non chiedo il part time?
 
Si vedrà, come spesso capita, alla fine certe decisioni si prendono quando si smette di pensarci ma ci si è condotti, in qualche modo, dalla vita.

5 commenti:

  1. Tuo marito cosa ne pensa?

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  2. cosa ne pensa sull'adozione o sul part time?
    comunque, ti rispondo per entrambi!

    Per l'adozione io credo che mio marito starebbe molto bene anche senza un figlio. Credo che si accorgerà dell'importanza di un figlio solo quando ce l'avrà.

    Per quanto riguarda il part time, lui mi ha detto di fare come penso sia meglio che lui mi appoggia.
    Fra i due i piedi per terra ce li ho sempre io per cui, ad un certo punto, sa che non farei mai passi avventati (o almeno, pensa che sarà così...). Diciamo che però quello che lui pensa o dice non ha molta rilevanza (salvo nel caso in cui si opponesse decisamente) e questo perché quello che conta sono i risultati e se poi ci trovassimo con l'acqua alla gola più ancora di adesso non ci sarebbe bisogno di parole per tradurre malumori, incomprensioni, litigi...

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  3. Ciao Plotina come al solito hai le idee chiarissime anche se poi la fatica, quando si sente, ha poco a che vedere con le idee. Su tieni duro.

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  4. Due consigli:
    Un figlio è importante, adesso può sembrare di no, ma fra qualche anno....gli animali non bastano :-)
    Quando un ente o un' istituzione non funziona bisogna avere il coraggio di cambiare, è stressante e faticoso ma non bisogna illudersi che funzioni perché ne abbiamo bisogno, si perde del gran tempo. Con mia figlia più grande non abbiamo avuto il coraggio di cambiare liceo per un' insegnante di lettere totalmente incapace e l' abbiamo pagata tutti

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  5. Per camp: eh si... idee chiare ma... che fatica ad attuarle!!

    Per Zenone: hai ragione Zenone! Hai proprio ragione!
    Il fatto che sia un po' più staccata in merito al nostro percorso adottivo non significa che io non sia sul pezzo... anzi, devo dire che tutto questo ha aumentato la mia lucidità in modo esponenziale.
    Il problema dei ritardi non è l'Ente (che è l'ente che da anni realizza il maggior numero di adozioni in Italia),ma è un problema di Paese...
    Con alcune pratiche in Vietnam il mio ente non è stato preciso come lo è di consueto e io credo che ci sia un problema con lo staff in Vientam.
    Infatti già da tempo ho segnalato all'ente affinché valutino un cambio paese e l'ho ribadito anche lunedì.
    Qualcosa si deve cambiare ma per ora non me lo fanno cambiare.
    Devo aspettare giugno.

    Per quanto riguarda il fatto che un figlio sia importante, io non ho dubbi in merito. Mi sono stancata di aspettarlo ma lo accoglierò come la più grande grazia... quando mai arriverà.

    Credo che così farà anche mio marito che per ora, in questo percorso, sembra un ospite.

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