laurea

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giovedì 16 giugno 2011

scendono lacrime e pioggia

Ieri ho pianto tutto il giorno.
Mi sono svegliata piangendo e ho praticamente continuato fino a sera.
Ho provato a rifugiarmi nell'unica tana sicura che conosco da sempre, nella lettura, ma nonostante abbia iniziato al mattino un bel libro (L'eleganza del Riccio), e l'abbia terminato alla sera, alla fine ho pianto lo stesso praticamente sempre.
Fra una frase e l'altra.

Ho pianto per la situazione in Vietnam e perché temo che non riuscirò mai a diventare mamma.
Ho anche pianto di rabbia.

Andiamo per ordine.

La situazione in Vietnam.
In questi giorni è uscito un comunicato CAI in cui vengono forniti aggiornamenti sulla situazione in Vietnam.
Qui si comunica che, VEROSIMIBILMENTE ad agosto, ci saranno le liste dei bimbi adottabili e che quindi gli Enti potranno proporre le coppie per questi bambini fra quelle per cui le pratiche sono già depositate.
Dal 2012 sarà possibile depositare nuovi dossier.

Queste notizie non sono negative ma sono state  smentite, mai per iscritto ma solo verbalmente, da referenti dei vari enti presenti all'incontro con la delegazione vietnamita o dagli stessi rappresentanti della CAI.
In sostanza, pare che la data di Agosto non sia stata assolutamente proferita dalla delegazione vietnamita ma che, da buoni italiani, li abbiamo un po' costretti a dare una data anche se approssimativa...
Per il prossimo anno i referenti parlano del caos più totale in quanto il Vietnam è ancora in altissimo mare per la predisposizione di personale e processi come da nuova legge.

Al momento, però, i bimbi sono ancora tutti in orfanotrofio e siccome il Vietnam è un paese molto povero, aumentano sempre di più e sono ammassati a due e a tre nello stesso lettino.

Per questo motivo io piangevo.

Piangevo anche perché mi sento molto sola.
Nessuno più mi ascolta per quanto riguarda l'argomento adozione. Anzi, non prendiamoci in giro, nessuno mi ha mai ascoltato a parte i ragazzi del gruppo di Auto Mutuo Aiuto che però ora non c'è più perché il progetto è durato un anno.

In sostanza, la razza umana è qualcosa di altamente schifoso ed egoista che se ne infischia bellamente dei problemi degli altri. In sostanza, io credo di annoiare  con 'sta storia dell'adozione.
Come vanno le cose durante un incontro con amici?
Ecco qui. Poniamo il caso che siamo a cena.
Dopo circa unora e mezza di chiacchiere insulse sulle vacanze, sulla politica (solo se si hanno le stesse idee), sui bambini (degli altri ovviamente), sul lavoro (ma in genere sono io che chiedo agli altri, a me pare che siano secoli che nessuno mi chiede: come va al lavoro?, perché tutti danno per scontato che io lì me la sappia cavare e che non cambi mai niente, quando invece cambia sempre continuamente tutto), sulla cucina, comunque sia, dopo aver sciorinato quasi tutti gli argomenti inutili o averli trattati in modo soft che ci sono, allora qualcuno chiede: E l'adozione?
E io: va male. tutto malissimo.
E lui/lei: ma dai!
E io: eh si. Un discorso proprio triste se si incappa in un blocco paese.
E lui/lei: Mi dispiace... E quella tua amica là, quella che aveva iniziato la dieta, ce l'ha poi fatta? Era grassa eh!

ecco fatto. fine della storia.
Abbiamo passato da gennaio ad aprire ad uscire a cena con amici e conoscenti almeno una volta a settimana ed è sempre andata così.

Certo, ci sono le amiche intime.
Le mie amiche intime, che sono poche, ultimamente parlano solo di sé stesse. Sono mamme e parlano dei loro figli, oppure sono stressate perché sono mamme e devono lavorare e hanno una vita lavoro/casa, e parlano solo di sé stesse perché quando sono con me, finalmente, possono parlare di loro stesse visto che in genere si occupano di altri.

IO MI SONO ROTTA I COGLIONI!
Parlo dell'adozione qui in questo blog tutto mio in cui se uno ha voglia legge tutto il post, altrimenti non lo legge ma almeno io non lo vedo in faccia, ma almeno non c'è nessun obbligo perché io non lo so.
La gente è una merda, se ne infischia dei problemi della gente e io sono STUFA di occuparmi degli altri, sono stufa stufa stufa, io vorrei che qualcuno si occupasse di me!

Mio marito è un uomo e lui funziona in questo modo. Io sto male, lui in qualche modo lo intuisce (perché in genere non amo farmi vedere piangere da lui), quindi mi dice qualche parola di incoraggiamento. Detto questo per lui io dovrei stare bene e non ne parla più. Fine.
Lui, quando mi vede stare male, non sa come comportarsi. Va in tilt.
Certamente, come ho detto più volte, al momento lui non sente l'esigenza di un figlio.

Quindi sono sola, solissima.

In questa situazione io mi chiedo perché tutti ce la fanno ad avere un figlio ed io no.
Ieri mi è arrivata una email di cari amici che finalmente partivano per raggiungere la loro bimba in Russia. 6 anni d'attesa, forse 7. Intanto però loro hanno dato mandato per l'adozione internazionale meno di 10 mesi fa e ieri partivano per il secondo viaggio (in Russia sono previsti 3 viaggi, il 2° e il 3° a distanza di non più di un mese e dopo l'ultimo viaggio si torna con la bimba).
Poi mi ha scritto un sms la mia collega, quella che era incinta. E' nato il suo bel bambino (e ne sono certa che sia bello, lei lo è molto e anche suo marito). Lei si è sposata ad agosto, è rimasta incinta a settembre.
Ovviamente, al primo tentativo.

Alla sera mi ha chiamato un'altra amica che aveva una situazione (difficilissima da vivere), di due segnalazioni contemporanee a cui rispondere. Anche lei ha dato mandato all'ente da pochissimi mesi, meno di un anno.

Molto bene.
Le donne partoriscono, le coppie adottive adottano.
E io resto qui.

Noi per la nazionale siamo esclusi perché io in adolescenza ho avuto una grave malattia e quindi i giudici appena vedono la nostra relazione (che di per sè è bella), se la fanno sotto e passano oltre.
Molti paesi esteri non la vogliono neanche vedere la nostra pratica.
Ma io li capisco. Ma chi glielo fa fare?
Meglio evitare grane.

All'estero sono finita in un paese bloccato che è nel caos più totale.

Cosa posso fare? Mi convinco che io non diventerò mamma? Non posso, non ci riesco, è come se avessi mio figlio nella pancia e fossi in attesa di partorire ma lui non nasce mai.

Ho trovato un'unica soluzione. Piangere e quando non piango indosso la maschera e vado avanti.

Adesso si sveglierà mio marito e io proporrò di andare a mangiare i croissant freschi in un bar in città in cui sono strepitosi. Poi porteremo i pantaloni in sartoria per farli accorciare, poi mi prenderò il nuovo numero della rivista Poesia che a questo punto deve essere uscita.
Poi verremo a casa e stirerò e preparerò la valigia. Poi porterò mia madre dalla diabetologa/endocrinologa, poi verrò a casa e ceneremo.
Domani partiremo per le vacanze. Piove, abbiamo prenotato in trentino e danno pioggia.
Poco male, faremo un giorno a Venezia a vedere la biennale d'arte contemporanea e poi chissà, da qualche parte andremo per cambiare un po' d'aria.

Magari a Venezia andrà meglio. Io conosco benissimo questa città, ci sono stata almeno.. mah... centinaia di volte direi. Avevo un fidanzato veneziano.
Magari andremo a vedere i Teleri del Tintoretto alla scuola di San Rocco. Ecco, magari si.

Lì credo che sicuramente smetterò di piangere.
Come dice il libro che ho letto ieri. Quando sarò lì dentro sarà sicuramente un sempre nel mai.

5 commenti:

  1. Cara amica ho letto tutto d'un fiato..... e mi sono venute lacrime..di tristezza...per una mammma che come te soffre immensamente per un figlio che ha nel cuore ma ancora non ha potuto abbracciare!Sò che é dura, ma non devi demordere, fatti forza....sono certa che ce la farai!Sono gli stessi discorsi che facevo a me stessa nel momento incui in Vietnam iniziava il caos!Poi nel 2009 ho abbracciato la mia meravigliosa creatura.Sono marco e ale del forum.Ti abbraccio forte forte

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  2. GRAZIE!
    grazie davvero!
    sai, mentre lo si vive, è tutto davvero difficile...
    grazie davvero.

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  3. Plo, io ti ascolto. e non mi annoi. Non siamo tutti così, ma tanti, lo so. è il motivo per cui io ho due amiche, due di numero e basta (e anche loro non sono molto diverse).
    Non so cosa dirti, quest'ultimo post mi ha scosso tanto. vorrei avere i poteri magici, poterti donare il tuo bambino, vorrei che queste cose non accadessero a nessuno. nessuno se le merita, nessuno!

    Sono contenta per il tuo esame, sapevo che ce l'avresti fatta.
    Ti voglio bene

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  4. Rivedo in quello che racconti gli anni che abbiamo passato io e mia moglie.
    I giorni ci sono pesati come macigni e anche per noi le lacrime sono state fiumi.
    Anche noi abbiamo sentito sulla nostra pelle l'incomprensione dei più.
    Capisco, credimi.
    Non sei sola, non sarai mai sola, ci sarà sempre qualcuno che soffre come te o che ha sofferto come te.
    Lo stesso è stato per noi, non eravamo i soli a sperimentare questa tristezza, lo sapevamo ... ma questo non ci ha aiutati.
    Non sono servite le parole di conforto di quei pochi che ci hanno compreso.
    Non serviranno a te quelle che scrivo io ora.
    C'è solo una cosa che funziona.
    Alla fine la tristezza finisce, quando arriva il figlio o figlia che hai atteso.
    So che vorresti che fosse domani ... non sarà domani, ma succederà ed allora il tempo non conterà nulla.
    Le lacrime versate si, quelle conteranno, ti faranno sentire nuovamente piena di vita e di gioia sapendo che non dovrai più versarne.

    Paolo

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  5. per le ferie partiamo domani e non oggi, abbiamo avuto uno slittamento e così ho potuto leggere subito i vostri commenti.
    cara micol, ti ringrazio infinitamente e ti stringo forte.
    mi mancano i tuoi post ma non riesco a leggere da casa in ilcannocchiale, ci deve essere qualche problema... ma non vedo aggiornamenti qui nella stringa a lato che porta su i blog quando c'è un nuovo articolo.
    però sono contenta che tu non sia volata via, nel senso che vorrei che tu volassi, ma non che tu volassi via...


    Ciao Paolo, grazie per le tue parole.
    a me in certi casi viene solo un grazie. perché lo sai, perché l'hai vissuto, che parole come queste sono come una carezza all'anima.
    grazie davvero di cuore.
    è tutto così difficile...

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