laurea

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sabato 27 settembre 2014

diario di viaggio: riparto

Che due palle, ma che due palle!

Con la magnifica giornata che c'è fuori è tutto il giorno che cerco di lavorare a sta tesi e non capisco come mai se al lavoro devo scrivere qualcosa anche complesso ci riesco velocemente mentre qui a casa per sta tesi per scrivere due becere righe impiego anche un'ora!
Non mi vengono le parole, non riesco ad unire le frasi, mi perdo a cercare mille riferimenti... sono lenta, lenta, lenta!

e poi sono stanca, stanca, stanca!

Domani avremmo dovuto andare a fare una bella gita con alcune famiglie che hanno bimbi di origine vietnamita della mia regione e io ho dato forfait perché mi sento male solo all'idea di salire in auto, fare un'ora e mezza di strada, stare fuori casa tutto il giorno e rientrare alla sera a poche ore di distanza dalla prossima settimana lavorativa. Non ce la faccio anche se la gita era davvero bellissima in un posto meraviglioso.
Eppure non ce la faccio.

Anche perché le prossime settimane saranno carichissime di impegni, devo visitare dei musei di impresa nel nord Italia e ci sarà da viaggiare.

Questa settimana in qualche modo devo finire il capitolo che descrive il museo aziendale su cui faccio il focus nella mia tesi in modo da potere iniziare a preparare, settimana dopo settimana, le schede dei musei che visiterò. Non so ancora come fare queste schede ma so che voglio vedere questi musei per dare un senso a tutto 'sto lavoro e per trovare la forza di continuare la mia lumacatesi.
Nun se move!!!


Per il resto, questa settimana è stata tumultuosa perché io ho un carattere molto brutto. Lo so già che è così ma credo che l'età acquisca i miei difetti. Quindi è tutta la vita che cerco di migliorarmi e mi trovo sempre punto a capo.
Io non so se le persone cercano di migliorarsi, non ci ho mai pensato, ma io si. Ho diari e diari da quando ero bambina in cui mi analizzo e descrivo ciò che non mi piace e ho mille ripartenze del tipo: da oggi cambia tutto, sto zitta, divento la persona silenziosa e saggia che vorrei essere.
E poi non ce la faccio mai.
A me piacciono le donne silenziose ma intelligenti. Mi piacciono le donne studiose e sagge, colte, quelle che non hanno bisogno di parlare tanto, che sanno guardare e stare zitte ma da qualcosa che fanno capisci che hanno capito tutto. Ecco, io vorrei essere così, esattamente così. E invece sono completamente diversa.
Che faccio, riparto? per l'ennesima volta spero di diventare chi non sono? non ho alternative, certi lati del mio carattere mi sono insopportabili.
riparto.


1 commento:

  1. A me piacciono le donne che raggiungono gli obbiettivi che si pongono, che poi parlino tanto, si sfoghino, si lamentino oppure no è secondario.
    Perché sperare di diventare chi non si è proprio quando ci sono tante cose più urgenti da fare?
    Un bacio.

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